tag:blogger.com,1999:blog-19375019352605603142024-03-13T17:27:44.858-07:00architettura, tempo, spazio e materiaLa realtà è un organismo interconnesso
Essa non è solo il mondo fisico, è la relazione della mente con il mondo fisico che ci procura la percezione della realtà.Claudiohttp://www.blogger.com/profile/01680616914657043218noreply@blogger.comBlogger44125tag:blogger.com,1999:blog-1937501935260560314.post-83127452728356056012011-10-30T16:15:00.000-07:002011-10-30T16:18:35.161-07:00Mente estesa ed ecologia dell'essere<div align="justify"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvsr-LRzAjRmcMgCMzdgMPybCNlrC8h7-IbtnDkhxMudiubmoHxi1VDrRqlkeb5urMndcrMUrxPOkyGBqgb0TEDqfqpdgFHQPS_8pinrtnPNoUJz7M_epNCQvTgzt496gqvMb8v4N9q8AH/s1600/fludd2.jpg"><span style="font-size:85%;"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 320px; DISPLAY: block; HEIGHT: 255px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5669428181423148034" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvsr-LRzAjRmcMgCMzdgMPybCNlrC8h7-IbtnDkhxMudiubmoHxi1VDrRqlkeb5urMndcrMUrxPOkyGBqgb0TEDqfqpdgFHQPS_8pinrtnPNoUJz7M_epNCQvTgzt496gqvMb8v4N9q8AH/s320/fludd2.jpg" /></span></a><span style="font-size:85%;"><br />Il nostro pianeta è un luogo di squisita bellezza, fatto materialmente con il respiro, il sangue, e le ossa dei nostri avi. Dobbiamo riprendere la nostra antica percezione della Terra come organismo, e tornare a rispettarla.<br /><br />James Lovelock, Omaggio a Gaia.<br /><br /><br />La coscienza è qualcosa che noi facciamo, è definita dal nostro interagire con il mondo che ci circonda e dipende solo in parte dal sistema nervoso. Noi non siamo interamente nel nostro cervello ma siamo individuati dalla relazione che si instaura fra il nostro cervello, il nostro corpo e l’ambiente in cui siamo immersi. La nostra mente non è nascosta dentro il nostro corpo ma emerge dalla dinamica con cui ci relazioniamo col mondo. In questi termini parliamo di mente estesa identificando la mente con la vita stessa, con il sistema che tiene accesa la fiamma dell’autocoscienza universale. “In tale realtà nessun uomo è un isola e le modalità sensoriali sono veri e propri stili di esplorazione del mondo, che si differenziano l’uno dall’altro nello stesso modo in cui si differenziano gli stili dei musicisti”(1)<br /><br /><br /><br />Nell’ottica di una mente estesa c’è da chiedersi se esistono modi di comunicazione con il mondo che integrino i dati sensoriali, quelli emozionali, e quelli sociali atti a formare un ente unico che possa svilupparsi secondo principi di armonia fra le parti e il tutto.<br /><br />Un ruolo fondamentale è giocato dal simbolo inteso come legame e chiave di lettura del reale che si attua attraverso continui rimandi e spostamenti di significato<br /><br />La presa sulla realtà attuata mediante una profonda immersione sensoriale e un coinvolgimento emozionale può salvare l’uomo dall’alienazione da una cospicua parte del proprio corpo rappresentata dall’ambiente in cui si vive. Tale legame ci assicura la possibilità di pervenire ad una nuova ecologia, un ecologia profonda che scaturisce dalla nostra attenzione verso il nostro corpo allargato costituito dal nostro corpo fisico e dall’ambiente in cui siamo immersi.<br /><br />Concepire l’ambiente come parte di noi, assumere un rapporto di complicità con il nostro intorno rappresentato dal mondo implica un superamento della logica dicotomica che separandoci illusoriamente dal resto delle cose ci spinge alla volontà di possedere, ci identifica nella capacità dell’avere come modalità dell’essere<br /><br />Si percepisce attraverso un azione del corpo, un corpo animato è un corpo partecipe allo spazio e alle cose. Secondo un approccio enattivo o esternalista alla percezione, l’esperienza è prodotta dall’integrazione fra percezione e azione, secondo tale ottica il percepire è un atto creativo che genera la realtà, la vita stessa consiste in continuo sforzo per rendere il mondo reale; attraverso la manipolazione e la rappresentazione della realtà creiamo mondi immaginari che indirizziamo verso una loro fattibilità nel reale, in una possibilità di esistenza, micro mondi di coerenza che come bolle di sapone si fondono o esplodono incontrandosi. Alla base della creazione vi è allora un continuo mutamento che, come la danza cosmica di Shiva crea e distrugge mondi e tempi.(2)<br /><br />Considerare la percezione come atto creativo significa porsi all’interno dell’organizzazione del mondo non solo come parte in continuità fisica ma soprattutto come artefici di realtà: siamo parte del paesaggio, dell’ambiente e attraverso la percezione lo trasformiamo.<br /><br />“Quello che ci circonda diventa parte di noi stessi, si infiltra in noi nella sensazione della carne e della vita e, quale bava del grande Ragno, ci unisce in modo sottile a ciò che è prossimo, imprigionandoci in un letto lieve di morte lenta dove dondoliamo al vento. Tutto è noi e noi siamo tutto; ma a che serve questo, se tutto è niente? Un raggio di sole, una nuvola il cui passaggio è rivelato da un’improvvisa ombra, una brezza che si leva, il silenzio che segue quando essa cessa, qualche volto, qualche voce, il riso casuale fra le voci che parlano: e poi la notte nella quale emergono senza senso i geroglifici infranti delle stelle.” F.Pessoa , Il libro dell’inquietudine , Feltrinelli, Milano 2004, p. 35<br /><br />Il paesaggio può essere definito come una porzione del mondo reale delimitata spazialmente sulla base di processi e organismi: ne deriva che esistono tanti paesaggi quanti sono i processi e gli organismi. Il paesaggio viene perciò inteso come uno spazio geografico in cui la complessità ecologica è espressa in vario modo attraverso organismi concorrenti che, nelle loro funzioni, si sovrappongono e interagiscono in vario modo attraverso meccanismi di feedback. Ne consegue che<br /><br />la dimensione di un paesaggio non è solo quella a misura d’uomo ma può essere anche microscopica se ci riferiamo a organismi come virus e batteri, o ridotta a pochi metri se ci riferiamo a piccoli organismi. Concepire il paesaggio come un organismo vivente che si auto organizza<br /><br />comporta una descrizione sistemica delle sue caratteristiche intrinseche, come la teoria sistemica applicata al paesaggio rappresenta una svolta contro il meccanicismo cartesiano e in favore di una concezione unitaria del sistema uomo–natura.<br /><br />La scienza sistemica sostiene che i sistemi viventi non possono essere analizzati nei termini delle proprietà delle loro parti. Le proprietà essenziali di un organismo appartengono al tutto e non alle singole parti: ne consegue che tali proprietà mutano quando il sistema viene diviso in elementi isolati. Caratteristica primaria dei sistemi aperti è il flusso di materia ed energia con cui si auto organizzano. Tutti i sistemi complessi sono aperti, ovvero scambiano materia, energia e informazioni con l’esterno. Il concetto di autorganizzazione è fondato su un anello di retroazione,<br /><br />ossia una disposizione circolare di elementi connessi in cui una causa iniziale si propaga lungo le connessioni dell’anello, in modo tale che ogni elemento agisce sul successivo finché l’ultimo trasmette di nuovo l’effetto al primo elemento del ciclo. La conseguenza di questa<br /><br />disposizione è che la prima connessione (input) subisce l’effetto dell’ultima (output), il che dà come risultato l’autoregolazione dell’intero sistema in modo che ogni componente di un sistema partecipa<br /><br />alla produzione o alla trasformazione di altre componenti del sistema stesso. Una caratteristica importante degli anelli di retroazione consiste nel fatto che essi collegano sistemi viventi e non viventi, per cui non possiamo più pensare alle cose, agli animali e alle piante come entità separate, ma come componenti di una stessa struttura.(3)<br /><br />Il simbolo è il legame fra noi e il mondo, l’anello di congiunzione dove la percezione del dato bruto diventa emozione e il significato delle cose si rivela nel suo grado più puro e universale.<br /><br />Nel suo significato etimologico, simbolo (sum ba¢llein = unire) è un ponte che unisce due mondi. Il suo contrario è diavolo (dia ba¢llein = dividere). Il simbolismo scientifico rappresenta il substrato ed il linguaggio dove delle intuizioni vengono formalizzate ed analogamente avviene per quanto concerne la trasformazione e la rappresentazione del nostro ambiente. Alla base di ogni processo creativo, sia esso nel campo scientifico che in quello artistico, vi è l'intuizione che attraverso un apparato simbolico viene riportata al mondo e resa fruibile. La scienza, oltre ad essere "cultura del fare" è soprattutto generatrice di "visioni del mondo" che sono molto importanti per il nostro modo di relazionarci alla realtà stessa. Concepire il simbolo come punto di unione fra ambiti diversi del sapere significa ridefinire i nostri rapporti con il mondo stesso, anzi con mondi che hanno i loro significati abbastanza ben definiti e come delle bolle di sapone possono entrare in collisione compenetrandosi e dando vita ad intermondi che possono fornire ulteriori significati. Lo spazio organizzato dell'antichità è stato espressione simbolica dell'ordine del mondo; la correlazione al cosmo mediante l'imitazione, ad esempio, è una caratteristica non esclusiva degli edifici ma anche degli agglomerati urbani. La valenza simbolica degli artefatti dell’uomo è data in relazione a modelli del mondo definiti secondo teorie sulla natura dell'universo, quindi lo spazio organizzato ha in tal modo una funzione di ponte fra la percezione sensibile e quella sovra-sensibile. La forma costruita delimitata secondo rapporti dimensionali e definiti si contrappone alle forme naturali, quindi diventa misura della natura stessa. Nell'antichità lo spazio organizzato atto ad ospitare la vita, contrapponeva l'ordine al caos e gli astri stessi erano dei simboli che rappresentavano l'eternità nel loro movimento ciclico attorno ad un punto fisso. La volta celeste quindi delimitava lo spazio e il movimento degli astri ne misurava il tempo. Il simbolo è una rappresentazione schematica di un'insieme di idee, quindi ogni simbolo era parte di una trama di interrelazioni. Un artefatto è un simbolo in senso metafisico quando il suo aspetto fisico e la sua forma sensibile sono similitudini di paradigmi metafisici che derivano da principi che stanno oltre la capacità dei sensi. L'atto della creazione di un concetto procede di pari passo con l'atto del fissarsi in qualche simbolo. Ma come entrano in contatto il linguaggio simbolico della scienza e dell'arte e come possono influenzarsi? La risposta è forse banale: abbiamo bisogno di ritrovare un'unità perduta fra noi e la natura, fra noi ed il creato. Galimberti nel suo libro "La terra senza male" parla di nostalgia di un cosmo separato dal Logos dove però c'è stato un tempo in cui l'essere umano si sentiva intimamente connesso con l'universo mentre oggi "l'uomo non è più di casa sulla terra". C'è da chiedersi in tal senso come possono le teorie scientifiche avere un ruolo nella nostra "ripresa" dell'ambiente e del mondo in generale.<br /><br />La produzione e la tecnologia durante tutto il Novecento, è stata caratterizzata da una separazione drastica fra uomo ed ambiente dove prevale la fruizione funzionale ed utilitaristica dello spazio costruito rendendo l'ambiente metafora di una macchina. Questa visione della realtà ha portato alla creazione di manufatti e agglomerati urbani senza alcun legame con il "mondo esterno", il contesto naturale è scomparso per dare spazio all'artificio. Nell'antichità scienza, arte e religione erano in stretta relazione, mentre l'arte e l'architettura del XX secolo hanno generato un simbolismo che deve molto alla scienza, come ad esempio una nuova visione dello spazio dovuta alla teoria della relatività. Nel cubismo, ad esempio, l'apparato simbolico rende visibile quasi in modo didascalico la portata della teoria della relatività che con altri sistemi descrittivi non potrebbe essere agevolmente interiorizzata.<br /><br />Il simbolismo contemporaneo che lega scienza e mondo sensibile può essere rappresentato dal concetto di rete assimilabile ad una connessione infinita di cause.<br /><br />La fisica quantistica, invece, non ha avuto fino ora influenza nei modi di fruizione dello spazio con la sua visione di una interconnessione profonda. Sappiamo che l'osservatore non può essere separato dal mondo osservato e quindi misurato, per cui ne consegue che non siamo separati dal nostro ambiente ma la nostra interazione con esso contribuisce a definirlo e a cambiarlo e osservando la realtà secondo un rapporto soggetto-oggetto ne privilegiamo delle parti a scapito di altre per poterle comprendere e ciò comporta una progettazione del territorio disorganica.<br /><br />Bisogna concepire l'ambiente come un organismo in trasformazione, ma come trasferire i concetti di interdipendenza fra uomo e ambiente, fra osservatore ed osservato nella percezione e organizzazione dello spazio? La concezione sistemica della vita conduce ad una concezione di ecologia profonda che non separa gli esseri umani dall'ambiente naturale (come dice Fritjof Capra nel suo "La scienza della vita") e non separa gli uomini fra di loro. Per "riconquistare" la nostra umanità occorre ri-connettersi con la "trama della vita" distaccandosi dall'antropocentrismo.<br /><br />Claudio Catalano<br /><br /><br /><br />Note<br /><br /><br />(1) Alva Noe Perché non siamo il nostro cervello – cortina ed. p.66<br /><br />(2) Claudio Catalano, “spazi emozionali” aracne ed. 2011 p. 87 e seguenti<br />(3) Claudio catalano, “architettura scienza e percezione p. 40 e seg. </span></div>Claudiohttp://www.blogger.com/profile/01680616914657043218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1937501935260560314.post-57439889019800429702011-07-02T23:47:00.000-07:002011-07-02T23:47:55.682-07:00ARCHITECTURE: Villa Malaparte in Le Mépris<iframe height="344" src="http://www.youtube.com/embed/H-SYpoLrVwI?fs=1" frameborder="0" width="425" allowfullscreen=""></iframe>Claudiohttp://www.blogger.com/profile/01680616914657043218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1937501935260560314.post-24173614522257079692011-07-02T23:44:00.000-07:002011-07-02T23:48:58.339-07:00Villa Malaparte<div align="justify"><span style="font-size:85%;">“Mi apparve chiaro, fin dal primo momento, che non solo la linea della casa, la sua architettura, ma i materiali con cui l'avrei costruita, avrebbero dovuto essere intonati con quella natura selvaggia e delicata. Non mattoni, non cemento, ma pietra, soltanto pietra, e di quella del luogo, di cui è fatta la roccia, il monte.. E come nessuna concessione poteva da me essere fatta alla natura, così nessuna concessione a quella falsa idea che gli uomini si fanno, e cioè che l'architettura di un luogo si presti a ogni parte del luogo: e per Capri, che l'architettura così detta caprese si adatti egualmente al versante sul golfo, a quello di Marina Piccola, a quello idillico, episodeo, di Anacapri, e a quello greco di Matromania.<br />Qui, nessuna casa appariva. Io ero dunque il primo a costruire una casa in quella natura. E fu con timore reverente che mi accinsi alla fatica, aiutato non da architetti, o da ingegneri (se non per le questioni legali, per la forma legale), ma da un semplice capomastro, il migliore, il più onesto, il più intelligente, il più probo, fra quanti abbia mai conosciuti. Piccolo di statura, silenziosissimo, poverissimo di gesti e di parole, l'occhio nero coperto da una palpebra lenta e prudente e saggia, Mastro Adolfo Amitrano cominciò col tastar la roccia con la mano: allora si scendeva sulla Punta Massullo calandosi lungo uno sperone di roccia a picco. Passavamo là, su quella punta ventosa, gran parte delle nostre giornate, ed era d'inverno".<br /><br />Ma egli seguiva le mie parole, le idee che gli andavo spiegando sulla casa, approvando o negando. Per mesi e mesi squadre di muratori hanno lavorato su quell'estremo davanzale di Capri. finché a poco a poco la casa cominciò a uscir dalla roccia, sposata a quella, e prese forma, si rivelò per la più ardita e intelligente e moderna casa di Capri. Molti eran quelli che avrebbero voluto che io concedessi allo stile caprese, senza pensar che è proprio qui, nel concedere e nel far stile, che io mi rifiutavo e stavo sul mio. Nessuna colonnina romanica, perciò, nessun arco, nessuna scaletta esterna, nessuna finestra ogivale, nessuno di quegli ibridi connubi tra stile moresco, romanico, gotico e secessionista, che certi tedeschi, trenta o cinquant'anni or sono, portarono a Capri, inquinando la purezza e semplicità delle case capriote…” Curzio Malaparte</span></div>Claudiohttp://www.blogger.com/profile/01680616914657043218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1937501935260560314.post-54477448087385267842011-06-26T14:24:00.000-07:002011-06-26T14:29:46.687-07:00Architettura e percezione sensoriale<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdTaHMGjJ2iLx5Z1kvUwWRbdTgR9FvivuooiqTrOqulUejac3IEOGoPBuoUOOEpuV4-Tieip5RXsfiwV7BUzUJRbL-hLvxMYIh84Y597FnAcX9ZEqrw30ZCSHx20csk_oC11NRZZL5lyFi/s1600/Fludd.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 197px; DISPLAY: block; HEIGHT: 320px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5622643807964138146" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdTaHMGjJ2iLx5Z1kvUwWRbdTgR9FvivuooiqTrOqulUejac3IEOGoPBuoUOOEpuV4-Tieip5RXsfiwV7BUzUJRbL-hLvxMYIh84Y597FnAcX9ZEqrw30ZCSHx20csk_oC11NRZZL5lyFi/s320/Fludd.jpg" /></a><br /><br /><div align="justify"><span style="font-size:85%;"><br />“Possediamo oggi scienza esattamente nella misura in cui ci siamo risolti ad accogliere la testimonianza dei sensi, nonché nella misura in cui li affiniamo, li armiamo e insegniamo loro a “pensare” fino in fondo.” F. Nietzsche<br />::<br />La percezione dell’ambiente antropizzato si è sviluppata attraverso il dominio del senso della vista e dell’udito a discapito degli altri sensi e delle possibili interazioni fra essi. Già nella Grecia classica il senso della vista aveva un importanza primaria per il processo di conoscenza: Platone e Aristotele consideravano la visione come la più importante facoltà dell’uomo perché più vicina all’intelletto. Nel Rinascimento, la rappresentazione dello spazio caratterizzata dall’invenzione della prospettiva ha fatto della vista il cardine del mondo percepito. Le moderne tecnologie digitali, basano il proprio rapporto con l’uomo esattamente sulla vista e sull’udito. Le informazioni vengono elaborate per essere percepite dall’occhio o dall’orecchio, la iper stimolazione visiva ed uditiva anestetizza le percezioni basate sulla totalità dei sensi, la realtà virtuale è priva di tutti quei segnali che, elaborati dal nostro cervello, ci aiutano ad avere una complessa concezione spaziale. Mentre la nostra esperienza del mondo si basa su una complessa integrazione dei sensi, l’architettura basata sulla fruizione superficiale viene pensata e realizzata per il solo senso della vista rendendola in questo modo pura immagine che non crea un ambiente sensorialmente interessante.<br />::<br />Secondo l’architetto finlandese Juhani Pallasmaa, l’architettura si è trasformata in un’arte visiva: invece di proporre la creazione di un microcosmo per l’esistenza umana e una rappresentazione del mondo incarnata, insegue immagini retiniche dalla comprensione immediata. Soltanto un’architettura che preveda un’esperienza multi-sensoria può essere significativa: uno spazio che si può misurare con gli occhi, il movimento il tatto, gli odori, che realizzi cioè una compresenza di sensazioni che mettano in rapporto l’intera percezione del nostro corpo con l’ambiente costruito.<br /><br />Paul Virilio parla di abitante onnipolitano cioè di cittadino della “città senza limiti” che smarrisce i riferimenti spazio- temporali nel nuovo habitat prodotto dall’impoverimento di stimoli sensoriali. L’elemento caratterizzante è la constatazione della simultaneità dei luoghi e della compressione spazio-temporale che fanno dell’habitat o dell’ambiente un entità estranea al nostro corpo. Nella situazione di onnipolitano le persone diramano attività, ambizioni e progetti in molte e diverse direzioni, tutte viabili, nessuna definitiva. Nelle frequenti dislocazioni le persone non hanno più il tempo per “stare” e “sentire” la città e finiscono spesso in una situazione di privazione sensoriale. Secondo Gaetano Mirabella “ i sensi diventano sempre più ”estranei” perché sempre più coadiuvati da “protesi” tecnologiche, che riproducono tecnologicamente processi che appartengono all’uomo, rendendoli tuttavia per lui irriconoscibili. Sembra che l’uomo contemporaneo voglia abbandonare il suo statuto di individuo per innestarsi in un corpo più vasto trasformando l’onda isolata che rappresenta la sua mente, nel mare di una “presenza definitiva” Per essere parte attiva di questa intensa consapevolezza, si avverte che bisogna sparire come individui e divenire flusso che scorre senza ostacoli e senza opposizioni.<br /><br />La percezione è una funzione la cui peculiarità consiste nel farci raggiungere degli oggetti nello spazio attraverso degli stati della nostra persona, i quali, a questo titolo, sono soggettivi e non spaziali ( H. Jonas, philosophische Untersuchungen und meta physische vermutungen) Gli strumenti di misurazione e le tecnologie di osservazione possono essere assimilati a protesi di senso mediante le quali percepiamo aspetti diversi del mondo, la cui configurazione cambia al variare del sistema di misura-osservazione: altri mondi appaiono in funzione al mezzo, la tecnica diventa ponte fra la mente e mondo, si potrebbe pensare ad una scoperta-generazione della realtà percepita attraverso il sistema di misura.<br />::<br />La formalizzazione dello spazio collettivo non può non passare per una progettazione che tenga conto di processi polisensoriali nella fruizione del luogo, oltre al piacere visivo-estetico, lontani quindi dall’estetismo postmoderno, le relazioni umane negli spazi privati e collettivi saranno improntate sull’influenza fra cose e persone. Plasmare un mondo attraverso la globalità della percezione oltre alla sola astrazione visiva sarà un passo verso uno spazio umano sostenibile che si trasforma e si modella in sintonia con il nostro sentire. Pre-vedere simili luoghi significa avere a disposizioni tutti i dati del reale, e lavorare con le percezioni prevedendo mappature legate ai sensi che nella loro variabilità e interrelazione vanno a conformare nuovi sistemi di intendere il mondo. I mezzi tecnologici della percezione allargata saranno strumenti di progetto e di fruizione dei luoghi.<br /><br />L’integrazione corpo-ambiente è alla base di un funzionalismo sensoriale caratterizzato da una integrazione fra artificio e natura secondo i dettami di una ecologia profonda che basa la sua essenza sull’autopoiesi dove l’uomo è perfettamente cosciente dei processi evolutivi dell’ambiente dato che avrà aumentato le sue capacità percettive e i suoi sensi non lo inganneranno sulla giusta direzione delle trasformazioni di cui egli è osservatore e fautore. L’ecosistema digitale”, nell’accezione che descrive la relazione tra dinamiche evolutive, reti informatiche e la capacità di tali sistemi di auto-organizzarsi deve integrarsi con l’ecosistema naturale e all’ambiente umano dove tutti i sensi contribuiscono alla fruizione-costruzione del mondo.<br />::<br />Attore principale del costituirsi dell’ambiente-organismo vivente è l’uomo che interagisce con il contesto, i sistemi di interazione sono fondamentali per la perfetta integrazione uomo-natura: l’ambiente antropizzato può essere schematizzato secondo una disposizione di layer che interagiscono fra loro, i layer (livelli di percezione sensoriale) saranno alla base della prefigurazione del processo di creazione e fruizione dello spazio; essi sono delle mappe dimensionali relative alle caratteristiche fisico-chimiche del contesto e descrivono le caratteristiche della materia, i campi elettromagnetici, l’ambiente sonoro (soundscape), la composizione dell’atmosfera, le proprietà termiche etc.<br />::<br />I Layer sono implementati all’interno di un software e permettono di decidere la direzione evolutiva dello spazio tenendo conto di una logica che pone il coinvolgimento uomo-natura ad un livello del sentire espresso in modo totalizzante ricordando però che, parafrasando Merlau Ponty, questa è soltanto un ipotesi ausiliaria formulata per salvare il pregiudizio di un mondo oggettivo e prevedibile ma che obbiettivamente dobbiamo riconoscere l’indeterminato come fenomeno positivo: un territorio dove le analisi logico–scientifiche non possono dare un quadro sufficientemente completo ma possono però munirci di una matrice di trasformazione della realtà non secondo sistemi astratti ma con un linguaggio di confine fra il dominio dell’arte e quello della scienza.<br /><br />Bibliografia di riferimento<br />Daniela Martellotti, Architettura dei sensi, Roma, Mancosu, 2004,<br />Renaud Barbaras La percezione, saggio sul sensibile, mimesis 2002<br />Anna Barbara Anthony Perliss Architetture invisibili, skira 2006R.<br />Murray schafer Il paesaggio sonoro, ricordi lim 2007<br />Gaetano Mirabella Pensiero liquido e crollo della mente Palladio editrice di Salerno<br />Maurice Merleau-Ponty, Fenomenologia della percezione, a cura di Andrea Bonomi, Milano, Il Saggiatore<br />Juhani Pallasmaa, Gli occhi della pelle. L’architettura e i sensi, Milano, Jaca Book, 2007,, (I. ed. britannica, 2005).</span></div>Claudiohttp://www.blogger.com/profile/01680616914657043218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1937501935260560314.post-3407333539203558322011-05-28T01:36:00.000-07:002011-05-28T01:39:27.134-07:00Spazi emozionali<a href="http://store.aracneeditrice.com/it/libro_new.php?id=5939"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 200px; DISPLAY: block; HEIGHT: 282px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5611683580420826722" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi62VCt3_0O-oMCYCY6CCN849ck9o3JF_EOGolbxiS3GmAv4bFuLmrvbxgqJIUJmnvFJpSPoaOVqfIcNotMgA7OKCTO-T_ECLlTygMd6kmWvfqISS43T3aqFjqr5dGIUqdoWXnK60EtZB-w/s320/4064.jpg" /></a><br /><br /><div align="justify"><span style="font-size:85%;">Lo spazio emozionale è uno spazio primitivo soggiacente ad ogni spazio geometrico dove si muovono sia i corpi sia i nostri pensieri; una dimensione dove si dispiega la nostra anima. L’emozione è una lettura del testo del reale che interpretando il mondo lo riscrive<br />continuamente, essa permette di cogliere la magia del mondo laddove il magico è lo spirito trascinante fra le cose, l’emozione è comunicazione che non si serve delle sovrastrutture della razionalità, l’emozione comunica attraverso l’intuizione della presenza a noi<br />stessi nel mondo.[…]<br /><br />L’esperienza è oggi manipolata, dilatata, addomesticata, il mezzo digitale amplia e omologa ma è anche un potente strumento di creatività e differenziazione: il corpo è protagonista assoluto all’interno dello spazio reale e nella sua dilatazione virtuale, il semplice atto<br />dell’osservare conduce a mutazioni fisiche dell’ambiente che possono essere amplificate mediante la tecnologia digitale e indirizzate verso un miglioramento della qualità di vita dove una percezione “aumentata” del mondo ci rende più liberi di scegliere e di apprezzarne<br />le caratteristiche più recondite.[…]<br />Il rapporto fra il corpo e le cose è alla base della conformazione dello spazio costruito, viviamo le nostre emozioni e le materializziamo nella realizzazione di spazi organizzati. Le emozioni e le sensazioni si estrinsecano nella forma e nella disposizione delle cose in un continuo intrecciarsi di azione e trasformazione; lo spazio emozionale è esperito dal corpo attraverso cangianti modalità percettive che acquisiscono la realtà nella sua densità, nel suo essere materia sensibile.[…]<br /><br />La percezione tattile conferisce esistenza al mondo così come ci appare nella sua realtà in quanto può essere toccato. Il tatto ci fa “toccare terra”, ci fa “toccare con mano” la consistenza materiale del mondo. In tal senso il tatto si contrappone all’astrazione ponendosi come fulcro e origine di tutti gli altri sistemi percettivi. […]<br /><br />Il senso delle cose scaturisce dalla percezione del loro apparato simbolico, è l’anticipazione di un’azione futura a far emergere il significato delle cose, un anticipazione che è un evento simbolico. Le cose in sé sono aperte ad ogni significato, a qualificarle è l’anticipazione<br />delle azioni future ma queste anticipazioni sono dei simboli che quindi non significano, ma agiscono, e la loro azione è l’attribuzione di un significato da cui dipende l’uso della cosa. […]<br /><br />Molteplici universi convivono simultaneamente a più livelli, ad ognuno di essi è data la nitidezza della realtà quando gli altri retrocedono diventando sfondo. La relazione fra forme e significati è tutt’uno con la relazione fra mondi: il mondo dei sensi, il mondo della scienza, i mondi fantastici della follia e della creatività, i mondi soprannaturali. Così come si intersecano mondi allo stesso modo si generano atmosfere che fungono da collegamento fra noi e la molteplicità dei mondi. […]<br /></span></div><br /><br /><br /><div align="justify"><span style="font-size:85%;">Fonte: Claudio Catalano, “Spazi emozionali” Aracne ed. 2011<br /><a href="http://store.aracneeditrice.com/it/libro_new.php?id=5939">http://store.aracneeditrice.com/it/libro_new.php?id=5939</a></span></div>Claudiohttp://www.blogger.com/profile/01680616914657043218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1937501935260560314.post-36712975480899631662011-05-27T14:28:00.000-07:002011-05-27T14:40:14.375-07:00Limiti neuropsicologici del pensiero occidentale in rapporto alle moderne concezioni fisiche e astrofisiche<div align="justify"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimnWZH0dDyB0FgkwHHwkQ-q3uE4kWFZ7tnvd2g-0lSGiiBk0H7NeUPuPg81kRMoGkjFl7lf7R0kr-0rK4l4z5pguSuaiY3w4wBJT8GKU2_odD0m5ZYjCP4qQxx4l18Y7glGtesGRkViZxy/s1600/copertina.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 226px; DISPLAY: block; HEIGHT: 320px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5611511511652380178" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimnWZH0dDyB0FgkwHHwkQ-q3uE4kWFZ7tnvd2g-0lSGiiBk0H7NeUPuPg81kRMoGkjFl7lf7R0kr-0rK4l4z5pguSuaiY3w4wBJT8GKU2_odD0m5ZYjCP4qQxx4l18Y7glGtesGRkViZxy/s320/copertina.jpg" /></a><br />Fonte : http://www.mjmeditore.com/<br /><br />Il significato complessivo del lavoro riguarda i nostri limiti percettivi e cognitivi nei confronti del reale. La struttura neuropsicologica, che lungo i millenni si è creata, è anomala, nel senso che tra l’esterno e l’interno, tra il contenuto e il contesto, c’è uno scarto anomalo, e questo crea un dualismo nella formazione del pensiero che la cultura occidentale si porta dietro da sempre. Tale dualismo viene consolidato da diversi fattori, non ultimi il peso che hanno le forze gravitazionali sulla percezione, la struttura evolutiva e quella storico-dialettica del reale. Si concretizza in una dimensione psiconeurologica come un rigido schermo simmetrico tridimensionale, attraverso il quale noi vediamo il mondo esterno e sul quale è basata anche la nostra struttura matematica. Siccome anche la fisica teorica è interpretata attraverso la struttura matematica, si pone il problema della non coincidenza fra la struttura matematico-fisica e la “realtà naturale”. Questo schermo mentale è quello che deforma le categorie spazio-temporali e le rende tridimensionali o quadridimensionali e curve, nel caso relativistico, impedendo una concezione adimensionale ed infinita in tutte le direzioni delle medesime. La base neurologica di tutto questo sta negli Oggetti Mentali che formano il pensiero ed il tutto rientra nella dialettica Talamo-Corticale.<br />Questa concezione della coscienza neurologica, che ha alla sua base un sistema specifico e non, coincide attraverso le logiche mediazioni, col sistema psicoanalitico P-C (percezione-coscienza). E’ da questo sistema che, con un’epistemologia storicodialettica, ho asportato il concetto freudiano della “sublimazione” storicizzandolo e levandolo dal contesto psicoanalitico, al fine di trovare la chiave dell’allineamento ferreo e simmetrico degli Oggetti Mentali. Negli ultimi anni, ho verificato sul “campo”, seguendo gli alunni di prima elementare di Cerrione (BI) all’interno di un progetto di recupero, i legami fra la struttura degli insiemi e l’allineamento degli OM: il rispecchiamento di questi ultimi nella struttura degli insiemi è sorprendente. Gli insiemi sono la struttura base di molti sviluppi matematici, i limiti neurologici di tale struttura si riflettono sull’intera logica-simbolica a livello cognitivo. Lo schema percettivo complesso che ho dedotto in questi anni, sia tramite le mie esperienze dirette o indirette-internazionali, ricondotte a mie finalità, l’ho applicato alla riformulazione ed alla comprensione di momenti fondamentali e della fisica e dell’astrofisica contemporanea. Un esempio per tutti è quello della sua applicazione ai rilevamenti del 1919 nella Guinea spagnola, per provare la curvatura dello spazio intorno ad una massa.<br />Dottor Roberto Ettore Bertagnolio </div>Claudiohttp://www.blogger.com/profile/01680616914657043218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1937501935260560314.post-17641553340885855582010-12-14T14:21:00.000-08:002021-02-17T03:48:34.295-08:00A Room for London<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9bugnErrMJk83_8y3yLzzI_QnwW-EiDB7J0bPi4yBCXUqzCdhog-EKh8yraY6xBbt4zPwAaIPcMxDKo_7eAhbHpEDUnibAahDZZTVBJu1QHEQGe0OMGLS3XOIHS02VBmfRj0Y_-jWyetr/s1600/h.jpg"></a>
<div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1xXDnOLM1EwNSbxZfE5NDYraaEme5CtXNh-B0wRZ5Lz6pvAavLEermtsaQ5whli2vAMyVKdccz-BQUc9GgSeRiPx-4Obc3YX9S3yje-qUdBtGrZIq2peU0r89PG2-aFmXpp9pF1BI3U6B/s1600/f.jpg"></a>
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<div><div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjynp9aLBG-dlZN6S9bkFQqWvmfjZKRZzLPBGQ-ey9dTFxyDkj7AU-RLvQKoWVQwcuV6GyqwxW6Ah8RzsXCit4xZr0MkLSRhChgSRjb4u_YFN2zDGIVPmdPjqnEfxYHW5kY9lq4ncoLaw54/s1600/a+room+for+london.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5558292594007660354" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjynp9aLBG-dlZN6S9bkFQqWvmfjZKRZzLPBGQ-ey9dTFxyDkj7AU-RLvQKoWVQwcuV6GyqwxW6Ah8RzsXCit4xZr0MkLSRhChgSRjb4u_YFN2zDGIVPmdPjqnEfxYHW5kY9lq4ncoLaw54/s320/a+room+for+london.jpg" style="cursor: hand; display: block; height: 226px; margin: 0px auto 10px; text-align: center; width: 320px;" /></a>
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<div><span style="font-size: 85%;">At the beginning of the Olympic year of 2012, London will witness the inauguration of what will become one of its smallest yet most original and talked-about new temporary buildings: A Room for London.
The room will sit on top of the Queen Elizabeth Hall roof at the Southbank Centre in London and will allow up to two guests at a time a chance to spend a unique night in an exemplary work of art and architecture overlooking the British capital. This one-bedroom temporary home/hotel is being commissioned by Living Architecture and Artangel, two of Britain's leading cultural organisations.
</span></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div>Claudiohttp://www.blogger.com/profile/01680616914657043218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1937501935260560314.post-3253642758553196392010-05-09T13:39:00.000-07:002010-05-09T13:40:50.523-07:00RIZOM@ - Convergenze fra Arte e Scienza<div align="center"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjU_dd9WDx68o3zlP3AqsSJC9Xk4i0AxBf1ULZ5xsMP4twMKn0U7_R7O0EGIZPE0u_WnJn_oCUDhmYfW2byRsqoQUy6Mm3oSR6j5aJPirUJ8ypufgJTNiVWdom6rBI8Rz8wDi0Y9xUyBEXW/s1600/rizoma.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 320px; DISPLAY: block; HEIGHT: 294px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5469372849364407474" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjU_dd9WDx68o3zlP3AqsSJC9Xk4i0AxBf1ULZ5xsMP4twMKn0U7_R7O0EGIZPE0u_WnJn_oCUDhmYfW2byRsqoQUy6Mm3oSR6j5aJPirUJ8ypufgJTNiVWdom6rBI8Rz8wDi0Y9xUyBEXW/s320/rizoma.jpg" /></a><span style="font-size:85%;"> </span><a href="http://marcominghetti.nova100.ilsole24ore.com/2010/05/rizom-intervento-di-claudio-catalano.html"><span style="font-size:85%;">http://marcominghetti.nova100.ilsole24ore.com/2010/05/rizom-intervento-di-claudio-catalano.html</span></a><br /><br /></div>Claudiohttp://www.blogger.com/profile/01680616914657043218noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1937501935260560314.post-65058711004036383882010-02-23T13:24:00.000-08:002010-02-23T13:28:00.793-08:00architettura scienza e percezione<div align="justify"></div><div align="center"><a href="http://www.catalogoaracneeditrice.eu/fmi/iwp/cgi?-db=AracneWeb&-loadframes"><span style="font-size:85%;"></span></a> </div><div align="justify"></div><div align="justify"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5441553062605656914" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 228px; CURSOR: hand; HEIGHT: 320px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPjDYcAyjrDKdZ82lBnjBiTPb4oGautWTck-DjDehtj_sr7TPoUBVt1Z5J5R1DFKx8uBPZnAZWBlsWE1x4zrDFFC3FUZo1_mJrgz9VcNq2C37EMpoE2OJx7jXt4nwJDq2sNCZap7h24Zlj/s320/libro.bmp" border="0" /></div><div align="center"><a href="http://www.catalogoaracneeditrice.eu/fmi/iwp/cgi?-db=AracneWeb&-loadframes"><span style="font-size:85%;">http://www.catalogoaracneeditrice.eu/fmi/iwp/cgi?-db=AracneWeb&-loadframes</span></a></div><div align="justify"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPjDYcAyjrDKdZ82lBnjBiTPb4oGautWTck-DjDehtj_sr7TPoUBVt1Z5J5R1DFKx8uBPZnAZWBlsWE1x4zrDFFC3FUZo1_mJrgz9VcNq2C37EMpoE2OJx7jXt4nwJDq2sNCZap7h24Zlj/s1600-h/libro.bmp"></a><span style="font-size:85%;"></span> </div><div align="justify"><span style="font-size:85%;"> La cultura architettonica del XX secolo ha attuato progetti percorrendo un metodo cartesiano di separazione fra uomo e natura; si sono prodotti sistemi chiusi di forme preordinate rispecchianti una logica dicotomica che divide la realtà in sistemi opposti e inconciliabili.<br />La natura non è una macchina e il considerarla tale significa perdere di vista le connessioni che tengono in vita noi e l’intero universo. Tutto l’esistente è profondamente collegato e questo implica la presa in considerazione di un ipotesi ecologica dove l’equilibrio si attua attraverso l’auto organizzazione di entità complesse composte da esseri viventi e natura. Compito dell’architettura è dare significato al nostro essere al mondo rendendoci parte integrante della realtà che si rivela nella sua intima essenza soltanto attraverso un’ esperienza percettiva globale.<br /></span></div>Claudiohttp://www.blogger.com/profile/01680616914657043218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1937501935260560314.post-68319894418793821992010-02-09T04:33:00.000-08:002010-02-09T04:38:05.593-08:00percorsi emotivi fra i sassi di matera<div align="center"><span style="font-size:78%;">Il percorso come strumento estetico per conoscere e rendere percepibile </span></div><div align="center"><span style="font-size:78%;">lo spirito dei luoghi attraverso una lettura simbolica e sensoriale</span> </div><div align="center"> </div><div align="center"> </div><div align="center"></div><div align="center"></div><div align="center"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhizdzK3F99vTQu8cViGYgfPMjP9nDg3JSa1xQbMlzCPXNLm_s0PHXCjuqEJ0BL_qG8XKhQn7Lr26E4TFIDcT9FvARoGxl_jT0oFAAl45ab2x71olDy9C5dOw6UYWVWWOF_2B7bhUC4uHXO/s1600-h/emozionale1.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5436221320150700834" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 203px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhizdzK3F99vTQu8cViGYgfPMjP9nDg3JSa1xQbMlzCPXNLm_s0PHXCjuqEJ0BL_qG8XKhQn7Lr26E4TFIDcT9FvARoGxl_jT0oFAAl45ab2x71olDy9C5dOw6UYWVWWOF_2B7bhUC4uHXO/s320/emozionale1.jpg" border="0" /></a><span style="font-size:78%;"> </span><a href="http://www.laboratoriodiarchitettura.org/home.html"><span style="font-size:78%;">http://www.laboratoriodiarchitettura.org/home.html</span></a> </div>Claudiohttp://www.blogger.com/profile/01680616914657043218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1937501935260560314.post-71154397406850213332009-07-01T05:33:00.000-07:002009-07-01T05:39:48.572-07:00I "sensi" di Maurice Merleau-Ponty<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEip584MB8aOjZTCEWzHGv4Vp2S0NpqNcxzgJ6efITZ44u5DguM4-v_hxrQnW0Vp5KcsRXoAOCge__sMTMk_MBdT0-h7VE4chu2O_-AnBF9PKviTOqTNKNKeIM3XohVGMh_OLtCus4jqdmEH/s1600-h/klee_twittering.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5353470468380202658" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 234px; CURSOR: hand; HEIGHT: 320px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEip584MB8aOjZTCEWzHGv4Vp2S0NpqNcxzgJ6efITZ44u5DguM4-v_hxrQnW0Vp5KcsRXoAOCge__sMTMk_MBdT0-h7VE4chu2O_-AnBF9PKviTOqTNKNKeIM3XohVGMh_OLtCus4jqdmEH/s320/klee_twittering.jpg" border="0" /></a><br /><div align="justify"><span style="font-size:85%;">In "La Fenomenologia della percezione" Merleau-Ponty cerca di dimostrare come il nostro rapporto con il mondo sia in relazione all'orizzonte infinitamente vasto della percezione, antecedente a ogni oggettivazione scientifica. La coscienza, perciò, non osserva in modo indifferente ma, al contrario, è sempre coscienza impegnata, perché dipende sempre dal contatto con il mondo. Anche in questo l'accento è posto sull'insolubile connessione esistente fra coscienza e corpo. L'esperienza del nostro corpo contiene perciò un'ambiguità irrisolvibile, in quanto esso non può essere né pura cosa né pura coscienza. Nei suoi ultimi scritti, pubblicati postumi (II visibile e l'invisibile) Merleau-Ponty si mosse in direzione di una nuova ontologia. L'ambito sussistente fra soggetto e oggetto viene ora cercato nell'essere stesso. Esiste un "corpo del mondo". L'uomo non è esterno al mondo bensì parte del suo corpo su cui si fondano le strutture, il senso, e il "diventare visibile" di ogni cosa. L'essere non si mostra, però, all'uomo nella sua pienezza; esso si sottrae alla trasparenza totale. Tale limite dell'esperienza viene chiarito dal rapporto fra visibile e invisibile. L'invisibile non è un "non ancora visto", ma una segretezza di principio, che è fondata nel vedere stesso. Un oggetto è dato in base a ciò che di esso non viene percepito (un oggetto percepito contemporaneamente da tutte le prospettive sarebbe cosa impossibile): parte di un quadro è anche quanto il pittore ha tralasciato, una frase diviene comprensibile sulla base di quel che è già stato detto e di quel che viene taciuto. Questo essere infinito dietro di noi è l'essere rozzo o selvaggio, sottratto ad ogni intervento ordinatore.</span> </div><br /><div align="justify"><span style="font-size:78%;">Fonte </span><a href="http://www.ildiogene.it/EncyPages/Ency=Merleau-Ponty.html"><span style="font-size:78%;">http://www.ildiogene.it/EncyPages/Ency=Merleau-Ponty.html</span></a></div>Claudiohttp://www.blogger.com/profile/01680616914657043218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1937501935260560314.post-58486939942979452522009-05-27T14:53:00.000-07:002009-05-27T14:55:37.024-07:00Turning Flat Tower in Dubai<object width="425" height="344"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/aM5hUtotVg0&hl=it&fs=1"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowscriptaccess" value="always"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/aM5hUtotVg0&hl=it&fs=1" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="425" height="344"></embed></object>Claudiohttp://www.blogger.com/profile/01680616914657043218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1937501935260560314.post-45550448569596043542009-04-03T13:54:00.000-07:002009-04-03T13:56:29.172-07:00JUNGLE TOWN - Eco sustainable village in Dubai (UAE)<object width="425" height="344"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/N2Ck3pxGf_Y&hl=it&fs=1&rel=0"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowscriptaccess" value="always"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/N2Ck3pxGf_Y&hl=it&fs=1&rel=0" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="425" height="344"></embed></object>Claudiohttp://www.blogger.com/profile/01680616914657043218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1937501935260560314.post-42648995901202632202009-03-18T09:47:00.001-07:002009-03-18T09:50:58.769-07:00Design magazine<div align="center"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyBJLml04SCErJc4YwPw4Ch4P3eNMPuCGQvNwXPwb-dZmRBple0hifHcDLqcp6zD6XoFXMF8rHmG5WtqQ495Nvb39R4SaRkLH8UOnwR0lqTbzx52FRH-S4OQ7KnCkckG1DFfxt6zzKYhMv/s1600-h/beb4.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5314570588803336866" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 178px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyBJLml04SCErJc4YwPw4Ch4P3eNMPuCGQvNwXPwb-dZmRBple0hifHcDLqcp6zD6XoFXMF8rHmG5WtqQ495Nvb39R4SaRkLH8UOnwR0lqTbzx52FRH-S4OQ7KnCkckG1DFfxt6zzKYhMv/s320/beb4.jpg" border="0" /></a><br /><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5314571028397523570" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 179px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZB3mBAIBG5bdYP-jFTmXWUHwKJT-LFSCBbzW7GXYNrJy0fPnav8ERVTifBv3QmvCk6oq4gUB0dgr5GIbm-Scuwact2IOLorBRkLAHh0dqX6AyPdg21WsRMRuZWRTdxQoethRoIcvmsLmU/s320/beb5.jpg" border="0" /><span style="font-size:85%;">The Turning flat on Design magazine </span><a href="http://www.press-italia.com/"><span style="font-size:85%;">http://www.press-italia.com/</span></a><br /><a href="http://www.claudiocatalano.com/architettura1.html"><span style="font-size:85%;">http://www.claudiocatalano.com/architettura1.html</span></a><br /><br /></div>Claudiohttp://www.blogger.com/profile/01680616914657043218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1937501935260560314.post-25552979527546761292009-02-16T04:02:00.000-08:002009-02-16T04:07:16.989-08:00La casa infinita<div align="center"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjlSDj1qQdu6FVKbPk6tpRN065D2ka2QXd5VEQonsq-8y-A8vN3WWiQyVTPZh8BVwUbcX47ADkQvwTCEcWjZM3q7asfzMwCWHFaYlJnU1GHfkIjJrkc4_vHRRetvuj6XoqJAxGyWUNzMuf/s1600-h/01_2875-01.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5303365483939305250" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 213px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjlSDj1qQdu6FVKbPk6tpRN065D2ka2QXd5VEQonsq-8y-A8vN3WWiQyVTPZh8BVwUbcX47ADkQvwTCEcWjZM3q7asfzMwCWHFaYlJnU1GHfkIjJrkc4_vHRRetvuj6XoqJAxGyWUNzMuf/s320/01_2875-01.jpg" border="0" /></a><span style="font-size:78%;"> </span><a href="http://www.oltremarephoto.com/pages/siredward/siredwardit.html"><span style="font-size:78%;">http://www.oltremarephoto.com/pages/siredward/siredwardit.html</span></a><br /><div align="justify"><span style="font-size:85%;">Edward James si definiva "anarchico ma fedele alla corona britannica", era amico - e mecenate nei tempi degli esordi - di Picasso, Dalí, dei più celebri surrealisti e dei più estremi dadaisti, frequentava Bunuel, Brecht e Huxley, dirigeva la leggendaria rivista "Minotaure", spendeva una fortuna per acquistare un bombardiere da donare alla repubblica spagnola nel '36... Poi, nel 1945, venne in Messico. E un giorno, in un luogo sperduto, nuotando in un torrente detto "delle sette pozze", rimase avvolto da uno sciame di farfalle. Lo interpretò come un segno del destino. Sarebbe rimasto lì, a Xilitla, oasi di giungla nel desertico San Luis Potosí, la verde Huasteca Potosina, inseguendo il sogno di costruire quella che altri avrebbero chiamato "La Casa Infinita". Per quarantanni ha diretto un esercito di muratori nella creazione di un delirio in cemento variopinto cercando l'armonia con la natura, mantenendo fede all'impegno di non tagliare un solo ramo e non recidere neppure un fiore. Archi orientali ricoperti di muschio, colonne rigonfie percorse da vertiginose scale a chiocciola che portano immancabilmente nel vuoto, gabbie aperte per animali che possono entrare e uscire a loro piacimento... come il puma che non è più tornato da quando l'inglés ha cessato di preparargli il pasto quotidiano, o l'anaconda che dopo tanti anni si comportava corme una gatta affezionata. E le voliere senza reti sovrastano la piccola dimora, unico luogo chiuso da tetto e pareti dove visse per anni in assoluta solitudine, progettando sogni mutilati da lui stesso: perché la frenesia di realizzarne di nuovi lasciava incompiuta oqni opera. Che probabilmente doveva essere così: incompiuta perché interminabile, infinita. Si è venduto tutto, compresi i dipinti più amati: Dalì, Picasso, Magritte... Molti di loro lo avevano immortalato in quadri oggi così famosi che nessuno si chiede quale sia il volto di Edward James. Il destino, che lo portò quaggiù, gli ha giocato uno scherzo crudele: è morto nel 1984 in Inghilterra, lontano dalla sua Xilitla, durante uno dei rari e fugaci viaggi, per vendere l'ultima tela di quella che fu una collezione invidiata nel mondo intero. Veleva pagare i muratori e continuare a sognare.Tutto questo appartiene a un contadino indio, Plutarco Gastelum, che Edward conobbe quel giorno facendo il bagno nel torrente delle farfalle, e da allora rimasero amici per sempre, tanto da nominarlo unico erede. Erede del nulla architettonico proiettato nella giungla, mausoleo di fantasmi che si può solo attraversare e mai "vedere": non c'è punto da cui sia possibile ammirare le costruzioni da lontano, e capire dove sia l'inizio e la fine. Pino Cacucci</span></div><br /><div align="justify"><span style="font-size:78%;">tratto da </span><a href="http://www.mexicoart.it/Ita/xilitla.htm"><span style="font-size:78%;">http://www.mexicoart.it/Ita/xilitla.htm</span></a></div></div>Claudiohttp://www.blogger.com/profile/01680616914657043218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1937501935260560314.post-59776294515430266742009-02-12T07:15:00.000-08:002009-02-12T07:16:32.080-08:00Tempesta elettromagnetica<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiI2QpC6zNO7h7Z5ferB98NZ0Tia7-N8uWUAZW6bqhXSMkCNIJaq-i56IxznnOyvD1-wPezlUIAaxGIEdFhzV-g7nb9KJyQbXCn__dbMyZMzM4u71sa3PFRwHbZ2WP1YpKKI2TUnkskWoZ/s1600-h/hendrix_axis_album.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5301930048126210034" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 320px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiI2QpC6zNO7h7Z5ferB98NZ0Tia7-N8uWUAZW6bqhXSMkCNIJaq-i56IxznnOyvD1-wPezlUIAaxGIEdFhzV-g7nb9KJyQbXCn__dbMyZMzM4u71sa3PFRwHbZ2WP1YpKKI2TUnkskWoZ/s320/hendrix_axis_album.jpg" border="0" /></a><br /><div align="justify"><span style="font-size:85%;">La rivoluzione musicale degli ani sessanta passa attraverso la cultura psichedelica che interessa la musica, l’arte visiva e la moda: si ricerca l’espansione della coscienza e il collegamento con l’universo in accordo con il pensiero filosofico religioso orientale, la musica diviene luogo della mente, conforma spazi mediante sinestesie e lo fa attraverso commistione di stili suoni e rumori presi direttamente dalla natura oppure generati da apparecchiature elettroniche analogiche. La creazione di spazi sonori avviene trasferendo i suoni della realtà in un contesto nuovo, alterato e artificiale allo scopo di creare stati di coscienza alterati, Le matrici blues e popolari vengono arricchite con sperimentazioni sonore debitrici dell’opera di J. Cage ed Edgar Varese. Jimi hendrix meglio di tutti parte dalla struttura blues per stravolgerla con effetti speciali e dilatarla attraverso rumori prodotti dall’interazione chitarra–amplificatore. Interferenze vibratorie e campi elettromagnetici generano un caos controllato che si organizza e prende forma sonora, Hendrix dipinge lo spazio attraverso il suono, un suono che da coacervo indistinto assume la forma delle cose come un ectoplasma, si organizza in un flusso di materia che crea nell’ ascoltatore sensazioni spazio-temporali alterate. Hendrix ci trasporta in un paesaggio sonoro ai margini della percezione cosciente stravolgendo la linearità cartesiana della nostra schematizzazione del reale. Lo strumento medium è la chitarra elettrica che attraverso i pick up trasforma vibrazioni meccaniche in impulsi elettromagnetici che a loro volta vengono reinmessi nello spazio sotto forma di onde meccaniche grazie all’amplificatore. Hendrix è maestro nel trasformare le onde meccaniche così generate in nuovi impulsi elettromagnetici attraverso il controllo dell’effetto larsen, l'effetto si innesca quando il microfono della chitarra capta dall'altoparlante una frequenza, in un dato momento più forte delle altre, che quindi viene amplificata e riprodotta a sua volta con ampiezza via via crescente, virtualmente illimitata, fino alla saturazione dell’amplificatore. La vibrazione meccanica crea un’onda elettromagnetica che a sua volta amplifica l’onda sonora, questo passaggio fra ambiti diversi della natura ondulatoria della realtà genera suoni mai uditi in natura, si crea un interazione fra mondi: l’integrazione della mente con la doppia natura meccanica ed elettromagnetica della realtà.</span></div>Claudiohttp://www.blogger.com/profile/01680616914657043218noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1937501935260560314.post-23289394020529060962008-12-27T03:06:00.001-08:002008-12-27T03:07:57.697-08:00Science&Design<div align="center"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRKAbxj7zbp0CiTSkAXmrVqgNGlUyVO1xHS7A6s-DwS2WWgqAJWCOp8oCPzOZ4lalzizrb0enJyg7onSGS0X1SfL42qhxb1tQQu_TVDvGLeQONx4ZUC9SR3-QfrmnyBEdmqBeVyOE3LC2r/s1600-h/NUOVOLOGO.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5284424810679056194" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 320px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRKAbxj7zbp0CiTSkAXmrVqgNGlUyVO1xHS7A6s-DwS2WWgqAJWCOp8oCPzOZ4lalzizrb0enJyg7onSGS0X1SfL42qhxb1tQQu_TVDvGLeQONx4ZUC9SR3-QfrmnyBEdmqBeVyOE3LC2r/s320/NUOVOLOGO.jpg" border="0" /></a> <a href="http://science-design.blogspot.com/">http://science-design.blogspot.com/</a><br /><br /></div>Claudiohttp://www.blogger.com/profile/01680616914657043218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1937501935260560314.post-79651372379493389772008-12-13T16:20:00.000-08:002008-12-13T16:22:19.058-08:00ELUISE<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnKUyujoUKu5FLy5g4GgExxNTpco8gNJQcmRMOAHkmnXweqgLBgqLN_0DUKHTjUjp2G0qM7PMsOBy-D_aZOZTyby3GKOG-fuCDKK76xQ66NUwBB1-5AFSICsS1ZePckRQ_MuWawCXBUn_y/s1600-h/b1.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5279434500347886354" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 94px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnKUyujoUKu5FLy5g4GgExxNTpco8gNJQcmRMOAHkmnXweqgLBgqLN_0DUKHTjUjp2G0qM7PMsOBy-D_aZOZTyby3GKOG-fuCDKK76xQ66NUwBB1-5AFSICsS1ZePckRQ_MuWawCXBUn_y/s320/b1.jpg" border="0" /></a><br /><div align="justify"><span style="font-size:85%;">Ampiezza d’onda è il modo migliore per descrivere la dimora che chiamerò Eluise : fluttuante nello spazio armonico Eluise non ha porte ne finestre e si materializza nel pensiero degli abitanti. Il tempo non fluisce con andamento lineare passato-futuro ma si avvolge su se stesso ed è il primo generatore della forma e della sostanza della dimora. Come il bozzolo di un baco da seta chi abita quella dimora scorge i sottili fili- onde costituenti le pareti , il cielo e la terra. La dimora non ha senso su questo mondo di cose: vive la sua realtà al di là della nostra esistenza.</span></div>Claudiohttp://www.blogger.com/profile/01680616914657043218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1937501935260560314.post-8837424752238173082008-12-09T00:23:00.000-08:002008-12-09T00:30:37.969-08:00SIMMETRIA- E LIMITI STRUTTURALI- COGNITIVI CHE NE DERIVANO A LIVELLO MATEMATICO (teoria dei gruppi)<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCzm3GPrWCnkTWLcSFtNURXX-LimOZZ9Zj3sYSwBtu0MWXJ6nEZpRAwo_vL3KaBh4oieuUdIvssXOVd4Wd7jgLbkMIsN2mFGrEvQMCH3cIbsJVjtfvJfcDDFPvrjJIeBRIFgwIkKtz6am5/s1600-h/boullee7.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5277704727718765138" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 196px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCzm3GPrWCnkTWLcSFtNURXX-LimOZZ9Zj3sYSwBtu0MWXJ6nEZpRAwo_vL3KaBh4oieuUdIvssXOVd4Wd7jgLbkMIsN2mFGrEvQMCH3cIbsJVjtfvJfcDDFPvrjJIeBRIFgwIkKtz6am5/s320/boullee7.jpg" border="0" /></a><br /><div align="justify"><span style="font-size:85%;">Pubblico uno scritto del Prof. Roberto Ettore Bertagnolio relativo alla simmetria che contiene idee di grande interesse al riguardo della percezione dello spazio reale:</span></div><br /><div align="justify"><span style="font-size:85%;">Cominciamo con la domanda<br />Quand’è che una cosa è simmetrica? La risposta la prendiamo da Weyl “una cosa è simmetrica se possiamo sottoporla ad una certa operazione ed essa ci appare esattamente come prima. Ad esempio, osserviamo un vaso che presenti una simmetria destra – sinistra e la ruotiamo di 180 gradi intorno alla sua verticale, esso ci sembrerà uguale a prima”</span><a title="" style="mso-footnote-id: ftn1" href="http://www.blogger.com/post-create.g?blogID=1937501935260560314#_ftn1" name="_ftnref1"><span style="font-size:85%;">[1]</span></a><span style="font-size:85%;">.<br />Il simmetrico è il risultato finale del dualismo del pensiero</span><a title="" style="mso-footnote-id: ftn2" href="http://www.blogger.com/post-create.g?blogID=1937501935260560314#_ftn2" name="_ftnref2"><span style="font-size:85%;">[2]</span></a><span style="font-size:85%;">. Come abbiamo visto è la caratteristica ambigua dello sviluppo di tutto il pensiero occidentale.<br />IL TEOREMA DI GÖDEL non supera questa ambiguità, non supera cioè il “paradosso di Epimenide” (Cretese, afferma che tutti i cretesi mentono) perché l’ambiguità specifica della struttura millenaria del pensiero occidentale (simbolico-simmetrico) non è risolvibile sul piano della struttura stessa.<br />Lo spirito del principale teorema di Gödel è questo:<br />“PER OGNI SISTEMA FORMALE DI REGOLE ED ASSIOMI È POSSIBILE ARRIVARE A PROPOSIZIONI INDECIDIBILI, USANDO GLI ASSIOMI DELLO STESSO SISTEMA FORMALE”.<br />Gödel non lo supera perché rimane all’interno della logica dualistica- simbolico-simmetrica.<br />“Gödel-(Epimenide) “matematico” afferma che tutti i matematici mentono, Gödel vuol dimostrare matematicamente che la matematica non può dimostrare”. Il teorema di Gödel è un paradosso superabile soltanto se si abbandona la logica che conduce al simmetrico- tridimensionale, in favore della “logica delle cose”.<br /><br />SIMMETRIA, EVOLUZIONE E TRIDIMENSIONALITA’.<br />La piattaforma base di questa ambiguità è la simmetria (dalla bilaterale a quella assiale), essa deriva dall’anomalia alla base del linguaggio simbolico; l’anomalia in comune a tutte le simmetrie è il dualismo strutturale della coscienza che porta ad una percezione errata del reale ovvero ad una percezione tridimensionale. Ma non è il tridimensionale a dar origine alla simmetria ma al contrario è la simmetria quale prodotto anomalo del risultato simbolico-dualistico che da origine a quest’ultima. Da questo punto di vista, l’uomo come animale- simbolico è frutto di questa anomalia originaria. E’ precisamente a questo livello che vengono confuse le logiche, quella evolutiva viene riassorbita nella simbolica senza accorgersi che quest’ultima è il frutto di una deviazione evolutiva che caratterizza la storia dell’uomo, che ancora una volta prova che il darwinismo non deve essere concepito in modo deterministico. Da questa prospettiva sbagliano quegli studiosi che affermano: Di tutte le differenti sembianze che gli animali avrebbero potuto assumere, quelle bilateralmente simmetriche risultavano superiori</span><a title="" style="mso-footnote-id: ftn3" href="http://www.blogger.com/post-create.g?blogID=1937501935260560314#_ftn3" name="_ftnref3"><span style="font-size:85%;">[3]</span></a><span style="font-size:85%;">. Le origini di questa simmetria bilaterale non è né meccanica né economica ma percettiva.<br />È l’anomalia tridimensionale frutto della composizione simmetrica del simbolo, da quest’ultima nasce la struttura matematica.<br /><br />LA SIMMETRIA COME TERZA ANOMALIA EVOLUZIONISTICA.<br />Il concetto è ambiguo, perché contiene in sé una svolta evoluzionista non riconoscibile facilmente, e confonde con un passaggio evolutivo superiore le sembianze che ci appaiono bilateralmente simmetriche. L’ambiguità della struttura matematica e del pensiero filosofico millenario è data dal non aver riconosciuto questa svolta, si può anche interpretare come aggiunta all’evoluzione naturale un intrecciarsi della realtà storico –dialettica. Studiosi come Enrico Bellone o Jean –Pier Changeux sono per strade diverse caduti in questo tranello. Il primo pensa che le leggi della conoscenza e del pensiero si evolvano secondo le leggi darwiniane della mutazione e della selezione o più genericamente biologicamente. Questa tesi, se la estendiamo sul piano storico-politico, diventa pericolosa perché giustifica concettualmente la sopraffazione avallando indirettamente la selezione razziale. Quando sentiamo che gli uomini di chiesa condannano il darwinismo come giustificazione della sopraffazione, scambiano la realtà prettamente scientifica del darwinismo con la sua maschera ideologica. Bisogna ricondurre il darwinismo alle sue leggi intrinseche ontologiche, senza le confusioni cominciate già nell’ottocento con Spencer dove il principio evoluzionistico veniva esteso alla vita sociale, altrimenti si giustifica ancora una volta la dialettica hegeliana di schiavo –padrone come legge metafisica-biologica-eterna. La confusione tra le due dialettiche è anche il problema non evitato di Changeux e di Connes sul piano della struttura matematica. La posizione di entrambi è segnata da un punto di partenza che è già un punto di arrivo, in cui il dualismo è frutto dell’anomalia originaria. Confondere questo significa accettare la struttura matematica non come anomala ma come un fatto biologico inevitabile</span><a title="" style="mso-footnote-id: ftn4" href="http://www.blogger.com/post-create.g?blogID=1937501935260560314#_ftn4" name="_ftnref4"><span style="font-size:85%;">[4]</span></a><span style="font-size:85%;">.<br /><br />LA TEORIA DEI GRUPPI COME PROIEZIONE DI UNA REALTÁ SIMMETRICA.<br />L’esempio calzante è quello della stella di mare: cominciamo a ruotarla di un quinto di giro, poi di due quinti, poi di tre ecc… tutte queste trasformazioni formano un GRUPPO, vale a dire un INSIEME di trasformazioni (1/5,2/5,3/5 ecc), questa è una rotazione simmetrica. E’ la base della teoria dei gruppi (di Galois) e come tale è la sovrapposizione di una realtà già simmetrica che rappresenta il frutto dell’anomalia dualistica di base</span><a title="" style="mso-footnote-id: ftn5" href="http://www.blogger.com/post-create.g?blogID=1937501935260560314#_ftn5" name="_ftnref5"><span style="font-size:85%;">[5]</span></a><span style="font-size:85%;">. Per questo motivo la comprensione della struttura intrinseca della simmetria non può nascere da questa teoria se essa stessa è già rispecchiamento di quest’ultima. Per questo la teoria dei gruppi fa difficoltà davanti a un oggetto tridimensionale. Questa incomprensione è la prova dei suoi limiti cognitivi-percettivi.<br /><br />STADI ANNULLATI DALLA “TEORIA DEI GRUPPI” IN RIFERIMENTO ALLA MIA TEORIA NEUROSTRUTTURALE DEGLI INSIEMI.<br /><br />1. STADIO STRUTTURALE - DUALISTICO DELLA COSCIENZA (CONSCIO –INCONSCIO)<br />2. STADIO SIMBOLICO<br />3. STADIO SIMMETRICO<br />E’al terzo stadio che si instaura la teoria di Galois, usando la simmetria come piattaforma di partenza, piattaforma che molti matematici indicheranno come base essenziale della stessa struttura logico-simbolica:<br />errore fondamentale perché scambia il punto finale di un processo col punto di partenza. La teoria dei gruppi non può decifrare la simmetria, poiché è già il rispecchiamento di quest’ultima. Costruire la teoria degli insiemi a partire da essa e poi il cammino algebrico, significa ignorare del tutto gli aspetti neurologici-percettivi in cui si formano le concettualità simmetriche, significa ignorare il suo maggior limite percettivo cioè il TRIDIMENSIONALE. Ecco la ragione cognitiva per cui la TEORIA DEI GRUPPI si “arrampica sui muri” per decifrare oggetti tridimensionali, cioè ad esempio la simmetria bilaterale della sfera animale, poiché è in questo caso che escono le sue radici interpretative che non riconoscono L’ANOMALIA DI PARTENZA.<br /><br />IL CAMMINO CHE NE DERIVA<br />La teoria dei gruppi non riesce a decifrare gli oggetti 3D perché non li riconosce come tali e crea così una frattura nella percezione, illudendosi di superare quell’anomalia originaria che non riconosce essendo già un rispecchiamento della simmetria raggiata, quale risultato dell’anomalia. In questo modo si pone una CESURA definitiva alla 3D derivante dai meccanismi percettivi, naturalizzandola e creando le basi per una struttura matematico-fisica coincidente con la “realtà”.<br />Questo succede perché si parte dalla piattaforma simmetrica di base con la teoria dei gruppi, ignorando completamente l’aspetto neurologico-percettivo.<br /><br />Il non tener conto dei due stadi iniziali convinse molti matematici a credere che LA SIMMETRIA fosse la base stessa della matematica; questo, a mio avviso, diventerà un limite cognitivo insuperabile in rapporto alle nuove fisiche.<br />Ad esempio, per molti algebristi GALOIS diede avvio alla moderna teoria delle equazioni.<br />La simmetria è essenziale per un’equazione algebrica secondo Galois.<br />Secondo lo studioso, le equazioni non devono essere classificate secondo il grado, ma attraverso la categoria più importante cioè la Simmetria.<br />“Il teorema fondamentale dell’algebra di Gauss ci insegna che le espressioni algebriche di grado n hanno n risultati. Il numero massimo delle permutazioni possibili di n soluzioni è n !e il gruppo contenente tutte queste soluzioni è il gruppo chiamato Sn. Evariste riuscì a dimostrare che per ogni grado n è sempre possibile trovare equazioni per cui il gruppo di Galois è di fatto Sn. In altre parole, il matematico francese provò che per ogni grado ci sono equazioni con il massimo livello di simmetria possibile”</span><a title="" style="mso-footnote-id: ftn6" href="http://www.blogger.com/post-create.g?blogID=1937501935260560314#_ftn6" name="_ftnref6"><span style="font-size:85%;">[6]</span></a><span style="font-size:85%;">.<br />Quello che viene chiamato oggi gruppo di Galois rappresenta la proprietà più alta riguardo alla simmetria all’interno di un’equazione.<br />Da questo schermo algebrico proiettato sulla natura, nasce l’identificazione tra il piano della natura e la struttura matematica-fisica, così si è potuto affermare per tutto il secolo alla maniera del pitagorismo che “Dio non gioca a dadi col mondo”*.<br /><br />*Riferimento ad un detto celebre di Einstein.<br />LA QUESTIONE VERA È:<br />COME È FATTO IL MONDO OLTRE LO “SCHERMO SIMMETRICO” DELLA STRUTTURA MATEMATICO-FISICA?</span></div><br /><div align="justify"><span style="font-size:85%;"><br /></span><a title="" style="mso-footnote-id: ftn1" href="http://www.blogger.com/post-create.g?blogID=1937501935260560314#_ftnref1" name="_ftn1"><span style="font-size:85%;">[1]</span></a><span style="font-size:85%;"> Definizione del prof. Hermann weyl, 1952.<br /></span><a title="" style="mso-footnote-id: ftn2" href="http://www.blogger.com/post-create.g?blogID=1937501935260560314#_ftnref2" name="_ftn2"><span style="font-size:85%;">[2]</span></a><span style="font-size:85%;"> Psychomedia (rivista)-R. E. Bertagnolio-“dualismo e struttura del pensiero”.<br /></span><a title="" style="mso-footnote-id: ftn3" href="http://www.blogger.com/post-create.g?blogID=1937501935260560314#_ftnref3" name="_ftn3"><span style="font-size:85%;">[3]</span></a><span style="font-size:85%;"> Mario Livio, BUR 2005 Mi, L’equazione impossibile, pag. 19-20.<br /></span><a title="" style="mso-footnote-id: ftn4" href="http://www.blogger.com/post-create.g?blogID=1937501935260560314#_ftnref4" name="_ftn4"><span style="font-size:85%;">[4]</span></a><span style="font-size:85%;"> Enrico Bellone, la stella nuova, Einaudi, 2003./J. P. Changeux - Connes, pensiero e materia, Bollati-Boringhieri To, 1991. spigazione mia in: Le scienze web news (rivista) selezione dei gruppi neuronici…<br /></span><a title="" style="mso-footnote-id: ftn5" href="http://www.blogger.com/post-create.g?blogID=1937501935260560314#_ftnref5" name="_ftn5"><span style="font-size:85%;">[5]</span></a><span style="font-size:85%;"> R. E. Bertagnolio, in “l’unità del pensiero” rivista filosofica- il dualismo delle anomalie.<br /></span><a title="" style="mso-footnote-id: ftn6" href="http://www.blogger.com/post-create.g?blogID=1937501935260560314#_ftnref6" name="_ftn6"><span style="font-size:85%;">[6]</span></a><span style="font-size:85%;"> Mario Livio, “L’equazione impossibile”, BUR 2005 Mi, pag. 212</span></div>Claudiohttp://www.blogger.com/profile/01680616914657043218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1937501935260560314.post-11949309677245005652008-12-02T01:31:00.000-08:002008-12-02T01:34:14.315-08:00Oltre lo spazio-tempo<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj70DRKcXtcCOMICRPwKlC7jO_ASp7ZPyzi_Tz5neX9tR_LXHilmPXB4yrKiV27DApgdJKDBV8O_ESQVcX57X-TMmQWoIMKAArcQd9c4yIPS5yjvqpjWXVEqly5pfBHxGeus10HV0o3rfpO/s1600-h/escher13%5B1%5D.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5275123696216377938" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 319px; CURSOR: hand; HEIGHT: 320px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj70DRKcXtcCOMICRPwKlC7jO_ASp7ZPyzi_Tz5neX9tR_LXHilmPXB4yrKiV27DApgdJKDBV8O_ESQVcX57X-TMmQWoIMKAArcQd9c4yIPS5yjvqpjWXVEqly5pfBHxGeus10HV0o3rfpO/s320/escher13%5B1%5D.jpg" border="0" /></a><br /><div align="justify"><span style="font-size:85%;">L’arte di Escher funge da tramite fra la matematica e la percezione delle cose, Escher è un maestro della formalizzazione dello spazio geometrico: uno spazio iperbolico diventa fruibile anche se limitato sulla superficie bidimensionale del foglio e la conseguente riduzione dimensionale è condizione necessaria per la rappresentazione dello spazio. Un’ambiente a tre dimensioni può essere rappresentato nello spazio bidimensionale del foglio solo a costo di perdere informazione su una dimensione e rendere perciò questa in forma simbolica. Allo stesso modo la quarta dimensione può essere oggettivabile solo attraverso un uso simbolico dello spazio tridimensionale all’interno del quale può essere immaginato lo spazio quadrimensionale<br />Escher va oltre la rappresentazione didascalica dello spazio iperbolico per giungere a straordinari risultati di sintesi sulla percezione di spazi e tempi non ordinari.<br />Le dimensioni del reale non si limitano alle tre spaziali e alla singola dimensione temporale ma potrebbero esserci altri dimensioni anche se in campi eccezionalmente piccoli come ci suggerisce la teoria delle stringhe.<br />La mente potrebbe introiettare dimensioni addizionali mediante percezioni sinestetiche e attraverso un slittamento percettivo si potrebbe percepire uno spazio classico addizionato a spazi non definiti otticamente per giungere ad un’integrazione dell’architettura nella sfera di significazione umana e naturale dove per natura si intende la totalità del creato nella onnicomprensiva totalità spazio-temporale.</span></div>Claudiohttp://www.blogger.com/profile/01680616914657043218noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-1937501935260560314.post-88985156337983385742008-11-30T07:43:00.000-08:002008-11-30T07:47:54.576-08:00Note sul Rapporto Aureo<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg03lQqWUc1Tp9x6GXZFHrkWdqe7tA56hY4TKT9tr-GuP5Z7afUjMS1kQuGlRVNrRYfQJ2J_ueFwrKpgIDBY9oeDOwQ0pLS8xaJGL15OySzzhLQhiyvllPPbItNQZ06LxMj100wOU3Bbwub/s1600-h/vitruvio1.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5274477496985046498" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 303px; CURSOR: hand; HEIGHT: 320px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg03lQqWUc1Tp9x6GXZFHrkWdqe7tA56hY4TKT9tr-GuP5Z7afUjMS1kQuGlRVNrRYfQJ2J_ueFwrKpgIDBY9oeDOwQ0pLS8xaJGL15OySzzhLQhiyvllPPbItNQZ06LxMj100wOU3Bbwub/s320/vitruvio1.jpg" border="0" /></a><br /><div><div align="justify"><span style="font-size:85%;">La Geometria ha due grandi tesori: uno è il teorema di Pitagora; l’ altro è la Sezione Aurea di un segmento. Il primo lo possiamo paragonare ad un oggetto d’ oro; il secondo lo possiamo definire un prezioso gioiello. (Johannes Kepler)</span><br /></div><div align="justify"><span style="font-size:85%;">Il rapporto aureo è Il rapporto fra due segmenti di cui il più grande è medio proporzionale fra il più piccolo e la loro somma. In termini geometrici dato un Un rettangolo esso si definisce aureo quando l'altezza è la sezione aurea della base.In altre parole, supponiamo a, b siano rispettivamente la base e l'altezza del nostro rettangolo. Diremo che questo è aureo se sussiste la proporzione: a : b = b : (a - b)Ovvero, se consideriamo per semplicità a = 1, b dovrà soddisfare la seguente equazione: b² + b - 1 = 0 cioè dovremo avere b = ~ 0.618034 Da tale semplice evidenza scaturiscono notevoli implicazioniRestando sempre sul nostro rettangolo e dividendolo in due parti secondo la lunghezza minore pari a 0,618 otterremo un quadrato e un rettangolo : ebbene il rettangolo generato è simile al rettangolo originario ed è ancora un rettangolo aureo. Potremmo ripetere l’operazione teoricamente all’infinito e le proporzioni dei rettangoli generati restano invariate. Questa proprietà proporzionale è chiaramente emergente soltanto su un rettangolo generato da un rapporto aureo.Immaginiamo di andare avanti "all'infinito" e di unire i punti aurei (seguendo sempre lo stesso verso) con un curva che sia ogni volta tangente al segmento che tocca nel punto aureo. Quella che otterremo è una spirale logaritmica.La spirale logaritmica è una figura ricorrente in natura : alcune conchiglie, le galassie a spirale, la forma degli uragani sono solo alcuni esempi. Essa forse rappresenta una delle forme più eleganti esistenti nell’universo; la curva della spirale logaritmica si avvolge intorno al polo senza mai raggiungerlo. Il centro della spirale è all’infinito. La spirale logaritmica è anche descrivibile mediante la sequenza dei numeri di Fibonacci (Pisa, 1180-1250), la sequenza si compone di una serie di numeri (0,1,1,2,3,5,8,13,21,34,55,89,144,233…), posti in relazione in modo tale che ogni termine successivo è uguale alla somma dei due immediatamente precedenti. La particolarità è che il rapporto tra due termini successivi si avvicina molto rapidamente al numero decimale 0,618 che rappresenta il numero aureoLA STORIAIl rapporto aureo sembra essere conosciuto fin dall’antichità ma, nonostante la quantità notevole di opere pervenuteci conosciamo poco della teoria estetica che si trova alla loro base, a causa della mancanza di una chiara testimonianza grafica o letteraria. Verosimilmente possiamo fare delle misurazioni sul Partendone, sui templi di Paestum, sulle antiche piramidi oppure sul famoso Doriforo di Policleto e scorgervi il rapporto aureo ma, non possiamo essere veramente sicuri che esso fu usato in modo premeditato. La sezione aurea fu studiata dai Pitagorici i quali scoprirono che il lato del decagono regolare inscritto in una circonferenza di raggio r è la sezione aurea del raggio. Nel medioevo la ricerca di rapporti generatori di armonia nelle proporzioni investì anche musica e architettura, si pensava che la traduzione degli accordi e dei rapporti armonici tra note di lunghezze opportunamente proporzionate potesse essere un buon metodo per ottenere l’armonia in architettura. Un esempio di questi studi è offerto dalla descrizione che, nel secolo XIII, Villard de Honnecourt fece della chiesa cistercense: «Questa chiesa è inscritta in un rettangolo 3/2, cioè un triplo quadrato doppio, corrispondente alla quinta... Il coro è una proiezione della quarta 4/3, i transetti materializzano il rapporto dell’ottava 4/2; il transetto nel suo insieme obbedisce alla stessa legge di 8/4; l’incrocio della navata e transetto rappresenta un perfetto quadrato, 4/4, cioè l’unità, principio di ogni armonia... la navata ricorda la terza 5/4. Il coro e la navata congiunti... stanno, rispetto alla navata più il quadrato centrale, nel rapporto del tono di 9/8. Tutti gli intervalli fondamentali della musica si trovano qui». Solo nel rinascimento tali teorie vengono correttamente formulate e applicate. Il vero inizio fu dato dall’opera di Luca Pacioli “La Divina Proportione”, diffusa in tutta Europa e incentrata proprio sulla proporzione come chiave universale per penetrare i segreti della bellezza e della natura; dove al centro è collocato l’uomo, misura di ogni cosa, sospeso tra un quadrato ed un cerchio nell’ “Uomo Vitruviano”, il celebre disegno di Leonardo. E tra tutte le possibili proporzioni, quella aurea sembra essere la vera ispiratrice della bellezza del creato. L’illustratore dell’opera di Luca Pacioli fu proprio Leonardo Da Vinci. La considerazione che il Pacioli aveva per questa costruzione traspare dal suo pensiero: “Commo Idio propriamente non se po diffinire ne per parolle a noi intendere, così questa nostra proportione non se po mai per numero intendibile asegnare, nè per quantità alcuna rationale exprimere, ma sempre fia occulta e secreta e da li mathematici chiamata irrationale”.Fra i contemporanei Le Corbusier ha cercato per tutta la vita di «scoprire la ricetta alchemica dell’architettura, un sistema di comporre così sicuro e obiettivo da risultare quasi inevitabile» (B.Zevi), cominciando dai rapporti di sezione aurea nelle prime opere ai tracciati regolatori fino al Modulor e alle griglie urbanistiche. Nel Modulor, ricavato dalla figura umana divisa secondo la sezione aurea i valori ottenuti determinano un insieme di dimensioni preferenziali, consentendo infinite combinazioni compositive.</span></div><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5274477212339258162" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 310px; CURSOR: hand; HEIGHT: 320px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQMBMUma5r81GfEU0oBjsgWIixou_fWawGN_-uw7Wgd9SGka8UDrNk5EzCJzWroXGvwHKjTn9YWO8jVfSZBmIQY6pXLF9-wCf5OU3lYw0EaPAuHhwVM0inGlyPlERok2kc8dWipdU5TJXF/s320/modulor.jpg" border="0" /><br /><div align="justify"><span style="font-size:85%;">Da tempo immemorabile l’uomo ha cercato di ricondurre la bellezza e la perfezione della natura a rapporti armonici, ha cercato di ingabbiare il creato in formule matematiche e dimostrazioni geometriche. Nel "Timeo" Platone sostiene che i tre termini di una proporzione divina - la più grande (la linea intera), quella di mezzo (il segmento più lungo) e la più piccola (il segmento più corto) - sono "tutti di necessità gli stessi, e poiché sono gli stessi, non sono che uno". In una progressione di divine proporzioni, ogni parte è un microcosmo, o modello minuscolo, di tutto l'insieme. Gli antichi Egizi e i Greci generavano le loro opere artistiche guardando e imitando la natura e l’imitazione doveva avere come mezzo un linguaggio di codifica per avvicinarsi il più possibile all’armonia universale. Dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande: tutto sembra regolato da perfezioni matematiche, da precisi calcoli predefiniti, applicati dal piccolo mollusco all’immensa galassia a spirale. Ma è veramente così? Chiaramente non tutto l’universo può essere ricondotto al rapporto aureo quindi esso non è il principio generatore dell’armonia o, quantomeno, non è l’unico. Dobbiamo supporre che Dio abbia “usato” non una ma una serie di “formule” per generare l’universo? Ed ancora Se l’uomo è parte di tale armonia allora anche la sua opera e il suo pensiero, espressi nella forma più alta e poetica, avranno i caratteri di armonia che contraddistinguono il creato sia che l’uomo usa consciamente o inconsciamente tali principi armonici, e, il processo inconscio può generare forme la cui bellezza ed eleganza vanno al di la di una semplice applicazione di formule. Questo processo a volte può essere misurato e razionalizzato ed ecco che usiamo il linguaggio matematico per aiutarci nella comprensione della bellezza . Resta il fatto che molte opere d’arte non sono misurabili geometricamente e la loro interpretazione è soltanto poetica e spirituale.Così come la matematica non definisce completamente la realtà oggettiva ma cerca di descrivere il mondo secondo il proprio linguaggio anche il rapporto aureo è costruito e adattato alle cose e alla natura secondo nostri schemi e adattamenti arbitrari e, a volte, assolutamente non oggettivi. In tal senso non meravigliano alcune forzature nell’adattare il rapporto aureo a cose che in effetti non lo contengono.La matematica resta un linguaggio, uno dei tanti e, sono convinto che da sola non basta per una descrizione soddisfacente del creato ma essa deve essere affiancata da altre forme di linguaggio e descrizione della realtà che l’uomo ha creato : la poesia, la musica, la filosofia, la religione e la globalità della nostra coscienza cultura e conoscenza. Io non credo nel riduzionismo matematico: Il mondo non può essere ridotto a qualche formula per comprenderlo nella sua totalità; anche integrando tutte le espressioni del pensiero umano, forse mai riusciremo a comprendere totalmente ma solo ad avvicinarci asintoticamente alla realtà oggettiva. Mi piace ricordare un pensiero di Leibniz che distingue i diversi livelli di pensiero fra l’uomo e Dio : Quando Dio pensa crea il mondo, in altri termini il pensiero di Dio è lo stesso Universo mentre il nostro pensiero crea immagini dell’universo quindi immagini del creatore ma non il creatore stesso. Possiamo solo affacciarci su questo abisso di conoscenza che sembra non aver fine e provare la dolce e tremenda sensazione della vertigine. Albert Einstein cercava la formula matematica “ultima” la più bella ed elegante, quella che da sola spiegasse l’intero creato: non ci riuscì e, nonostante le apparenze scientifiche, ne siamo ancora molto lontani ammesso che questa formula esista da qualche parte, ammesso anche che Dio la abbia usata e sia ancora rintracciabile dopo miliardi di anni di evoluzione dell’universo. Certe forme del Mondo sono schematizzabili secondo il rapporto aureo , o meglio, certe forme della natura si somigliano nella loro struttura formale ma questo è solo una costante nella loro complessità, altre costanti potrebbero essere scoperte o inventate ( e questo resta il nocciolo della questione) e forse alcune di esse non avrebbero affatto regole matematiche .</span></div></div>Claudiohttp://www.blogger.com/profile/01680616914657043218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1937501935260560314.post-79463957660409219052008-11-28T08:50:00.000-08:002008-11-28T08:57:18.705-08:00Le sette opere di Misericordia<img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5273753038178839586" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 209px; CURSOR: hand; HEIGHT: 320px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDNB2odJnwfaqZ_NN7FtLrHg3AYeWNLyec85OBmUVpUb7qHjmf4nJFDWHPN0arOvj38C0bpai7fuSj1RYuB6czZk75BwK5LatLrHgd0WJorrZ5tlNMCVHYIAcD4BsksRcTFX0ceo6VTA-B/s320/Le_sette_opere_di_misericordia-725239.jpg" border="0" /><br /><div><div><div align="justify"><span style="font-size:85%;">Oggi mi propongo di analizzare un dipinto forse poco famoso di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio : “Le sette opere di Misericordia” realizzato nel 1607 da Caravaggio è conservato presso Il Pio Monte della Misericordia in Via dei Tribunali a Napoli. Una caratteristica presente in tutti i dipinti del Caravaggio è l’ intrinseca dinamicità dei personaggi e dello spazio raffigurato che, sembrano, avere un loro interno movimento. Essi presentano un energia interna che li rende vivi in un luogo dove oltre alle tre coordinate spaziali sembra essere presente anche quella temporale associata al movimento; ma di che genere di movimento si tratta? E attraverso quali illusioni ottiche il Caravaggio lo pone in essere? La pittura e l’architettura del rinascimento sottolineavano a livello percettivo quello che era il pensiero dominante del tempo : l’esistenza di un centro, dell’uomo al centro dell’universo, L’uomo di Leonardo inscritto in un cerchio ne è un chiaro esempio. La figura geometrica che meglio rappresentava il concetto di centro unico era appunto il cerchio nelle spazio bidimensionale e la sfera in quello tridimensionale. Nel seicento e forse già prima con Michelangelo Buonarroti l’uomo non è più l’unico fulcro e la concretezza realistica si compenetra alla metafisica spiritualità. <img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5273752870452220898" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 206px; CURSOR: hand; HEIGHT: 320px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwVVLNIi8WS7_JNEHTP22Px-CI1qVWGTDPLp695NoBnM1SIiGd0A8ewfBLeYlmHPFZFQ2fWvWFa58cU2daFwpSFuK_I6C1jiIFU3EvCdzcdAh_uhDtX0t0F1JlLgagwkh6lNLU3tkynkvn/s320/ellisse.jpg" border="0" />Ma torniamo alle sette opere di misericordia: tutta la composizione si sviluppa secondo una traettoria ellittica e va in profondità trasformando l’ellisse nel suo solido corrispondente creando un spazio estremamente dinamico, il centro della composizione è vuoto e questo contribuisce a creare ancor più il senso del movimento mentre uno dei fuochi dell’ellissoide corrisponde alla mano dell’angelo che sovrasta tutta la composizione e che sembra appoggiata ad un sostegno invisibile quasi a comprimere l’atmosfera sottostante e a pregnarla di energia potenziale, le dita dell’angelo e la direzione dello sguardo definiscono due distinti punti di fuga prospettici dell’intera opera sottolineando la “centralità” dell’angelo che con lo sguardo illumina la donna che soddisfa l’assetato.<img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5273752250330235490" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 259px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_WPvwbK5LGNTD2ogHEXoa_p2JxURJC0BNYGZcQET50H-4wEhaGExEa_jx22hPWVLDGgQkwon9_aZqUmjvIkFhbYPdRcwGDSGGg0ZQ-aKOmrOcjJZW7O8894dEtTblL44zmVB6ZEy28ZiM/s320/traettorie.jpg" border="0" /> Questa breve lettura geometrico-spaziale dell’opera non certo vuole lasciar intendere che l’autore sia partito da schemi grafici per poi costruire l’intera opera ma vuole dimostrare come lo spostamento di un centro metafisico abbia il suo correlato nello spostamento di un centro geometrico, come le masse del rinascimento vengono rese dinamiche dallo spirito barocco creando una spazialità inquieta e drammatica .</span></div></div></div>Claudiohttp://www.blogger.com/profile/01680616914657043218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1937501935260560314.post-75900840486172088402008-11-27T15:02:00.000-08:002008-11-27T15:04:05.119-08:00Il parco di Bomarzo<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoHF6IBk-kmKaxXKKDMJzi-hhdy8Puy76oJ9ayTSXnk37EUF8Ud-o1-rMmGBuptj4vaHW2zs6ZTRJYZ5OQQWbRcW81pFIrv5dL8n7HoMi8lusBgySO5coHkSs1JHfJz0oOvLtFWCNirjFK/s1600-h/parco.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5273476945146862498" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 250px; CURSOR: hand; HEIGHT: 251px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoHF6IBk-kmKaxXKKDMJzi-hhdy8Puy76oJ9ayTSXnk37EUF8Ud-o1-rMmGBuptj4vaHW2zs6ZTRJYZ5OQQWbRcW81pFIrv5dL8n7HoMi8lusBgySO5coHkSs1JHfJz0oOvLtFWCNirjFK/s320/parco.jpg" border="0" /></a><br /><div align="justify"><span style="font-size:85%;">«Chi con ciglia inarcate et labbra strette non va per questo locomanco ammira le famose del mondo moli sette».<br />Queste sono alcune delle le frasi scolpite nella pietre del “Sacro Bosco” o, come viene più comunemente definito: «Parco dei Mostri di Bomarzo». Bomarzo è una località che dista una cinquantina di chilometri dal casello dell’autostrada che collega Roma a Milano. Da qui, è possibile giungere al casello di Attigliano, uscita obbligatoria per tutti coloro che vogliono visitare il fantastico Parco.<br />Personaggio singolare fu Vicino orsini uomo d'armi e letterato che fece costruire il parco dei mostri di Bomarzo tra il 1552 e il 1580 anni sicuramente votati ad un diverso e classicheggiante linguaggio architettonico. Nel parco di Bomarzo i principi e le norme del classicismo vengono totalmente ignorate in favore di un surrealismo che negli anni a venire sfocerà nel barocco .Opera, quindi, fantastica e anticipatrice dei tempi. Le visioni del barocco sono tutte qui e a saperle leggere sono rinchiuse tutte le angosce e gli interrogativi che nell’immediato futuro si sarebbero palesate in tutta Europa divenendo così moda. Le sculture e le architetture del parco mettono in dubbio la validità delle umane percezioni per favorire sensi di precarietà e relatività delle convinzioni percettive.<br />Esempio paradigmatico fra le tante sculture e architetture presenti nel parco è la “casa della fortuna” : edificio alto poco più di un piano che pende vistosamente da un lato. L’impressione che si ha è che la casa possa cadere appoggiandosi alla collina da un momento all’altro. Entrando nell’edificio si prova senso di vertigine e di straniamento. Il pavimento, inclinato, costringe lo sguardo a spingersi al di là della finestra verso il paesaggio collinare circostante, come a ricercare un punto di riferimento temporaneamente perduto.<br />E oltre ecco pararsi davanti a noi sfingi, elefanti colossali, ciclopi e teste infernali,delfini e draghi e un Grande ninfeo ad emiciclo e ancora iscrizioni: SOL / PER / SFOGARE / IL CORE/ VICINO / ORSINO / NEL / MDLII. E ancora un’orco con l’iscrizione : “ogni pensiero vola”.<br />Tutto sembra folle gioco o capriccio ma se si ha la possibilità di visitare il parco in solitudine e nel silenzio della natura si percepirà quella che io reputo la vera intenzione progettuale di Vicino Orsini : lo sradicamento delle convinzioni percettive più elementari che favoriscono la meditazione sulla relatività della vita e delle convinzioni umane. Nel Parco dei divertimenti allora il gioco diventa serio e non ha nulla a che vedere con i moderni Dysneyland dove il pensiero non è favorito ma interrotto con la forza, dove la bizzarria e la fantasia sono elementi preconfezionati e banali. L’intento ludico di Vicino Orsini è il mezzo per allargare la nostra percezione e i paradisi artificiali così ben descritti da Huxeley sono percepibili attraverso i mezzi della natura e del suo controllo puntuale. Natura ed artificio colloquiano in un equilibrio instabile, tellurico, le figure fantastiche emanate dalle rocce fanno da ponte fra soprassuolo e sottosuolo fra esperienza cosciente e visioni oniriche, la nostra visione cartesiana dell’universo è messa in dubbio, la storia della razionalità per un attimo azzerata. La fiorente vegetazione è interrotta qua e là dalla forza del sogno. Lo spazio così generato dilata l’orizzonte percettivo e sensibile, la logica è capovolta. Manipolazione della materia, come in un lucido ed arcano processo alchemico.Tutto ci rapporta al mito delle origini in questo strabiliante esempio di architettura del paesaggio che sa ancora, a distanza di secoli, parlarci con linguaggio quanto mai moderno e attuale<br />VOI CHE PEL MONDO GITE ERRANDO VAGHI / DI VEDER MARAVIGLIE ALTE ET STVPENDE / VENITE QVA DOVE SON FACCIE HORRENDE / ELEFANTI LEONI ORSI ORCHE ET DRAGHI.</span> </div>Claudiohttp://www.blogger.com/profile/01680616914657043218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1937501935260560314.post-32666032545334251682008-11-26T15:32:00.001-08:002009-02-25T13:39:35.807-08:00Arabian blade<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEif3Db7R5arooYURDZ7bLokULx7qa-apnX6jvCmHKXCB4qBc2pK0qziVjlIeJJ40YwLGGnqErTN1lPlJUK3xLObbO6nCo6u8emjofmIJGySTl86omq02ax8on2N82HUyzr6qvqgp3dDykLy/s1600-h/1.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5273113638712637842" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 207px; CURSOR: hand; HEIGHT: 320px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEif3Db7R5arooYURDZ7bLokULx7qa-apnX6jvCmHKXCB4qBc2pK0qziVjlIeJJ40YwLGGnqErTN1lPlJUK3xLObbO6nCo6u8emjofmIJGySTl86omq02ax8on2N82HUyzr6qvqgp3dDykLy/s320/1.jpg" border="0" /></a><br />Arabian blade tower on prestige house review-Varsavia<br />Project : Claudio Catalano architect <a href="http://www.claudiocatalano.com/">http://www.claudiocatalano.com/</a>Claudiohttp://www.blogger.com/profile/01680616914657043218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1937501935260560314.post-4986467155888507352008-11-25T05:55:00.000-08:002008-11-25T06:00:30.082-08:00Architettura, natura e sistemi emergenti<div><embed src="http://static.issuu.com/webembed/viewers/style1/v1/IssuuViewer.swf" type="application/x-shockwave-flash" quality="high" scale="noscale" salign="l" flashvars="mode=preview&previewLayout=white&username=cataca&docName=architettura_natura_e_sistemi_emergenti&documentId=081125133327-c5191b3388154eb38bb4cec00a8de93e&autoFlip=true&backgroundColor=000000&layout=grey" style="width:307px;height:230px" name="flashticker" align="middle"></embed><div style="width:307px;text-align:left;"><a href="http://issuu.com" target="_blank">Get your own</a> - <a href="http://issuu.com/cataca/docs/architettura_natura_e_sistemi_emergenti?mode=embed&documentId=081125133327-c5191b3388154eb38bb4cec00a8de93e&layout=grey" target="_blank">Open publication</a><a href="http://issuu.com/embed/guide?documentId=081125133327-c5191b3388154eb38bb4cec00a8de93e&width=425&height=301" target="_blank"><img src="http://static.issuu.com/webembed/previewers/style1/v1/m3.gif" border="0" /></a></div></div>Claudiohttp://www.blogger.com/profile/01680616914657043218noreply@blogger.com0