mercoledì 21 maggio 2008

L’architettura e la luce


La memoria, il mito, gli archetipi, la natura, la luce l’aria, la terra tutto entra in gioco nella realizzazione architettonica
La costruzione coagula il reale e come un computer di pietra contiene informazioni e l’essenza della realtà.
La realtà è fatta di stati di materia e di estrema importanza è il punto di incontro fra due stati fisici: quando il muro cessa di essere tale e diventa spazio, atmosfera, il passaggio dalla luce alla penombra, al buio,il confine fra essere e non essere diventa labile e sfumato (fuzzy)

L’architettura appartiene al mondo sensibile e pone l’uomo in relazione con mondo nella sua totalità sensibile e soprasensibile: l’architettura fornisce all’uomo delle coordinate fisiche e metafisiche; per raggiungere questo scopo vi è bisogno della manipolazione della materia e della luce che è materia essa stessa e che rivela il tempo e lo spazio .
La luce genera l’emozione e determina lo spirito della costruzione, stili diversi possono generare medesime emozioni perché in questo caso la luce infonde lo stesso spirito, identico significato, essa può rendere leggera la pietra e pesante il vetro.
Le caratteristiche percettive della materia non sono intrinseche alla materia stessa ma sono correlate all’uso sapiente della luce.
Bisognerebbe progettare partendo dalla luce ed intorno ad essa plasmare lo spazio, e allora la forma non avrà nulla di arbitrario e precostituito ma sarà necessaria allo sviluppo metafisico dell’idea.

La luce colorata dell’alba e del crepuscolo, il silenzio delle prime ore del giorno e il canto degli uccelli nell’aria fresca di una mattina d’estate, il miraggio nelle assolati e sconfinati spazi e l’alito del cemento nel risveglio della città : è qui che colgo un senso di appartenenza, quel senso che svanisce al risveglio del quotidiano, al rombo dei primi motori e che ricomincia al sonnecchiare degli ultimi.
Il senso di appartenenza è proprio di uno spazio di mezzo fra il mondo e l’uomo, fra l’io e l’architettura: Un alba o un tramonto sul mare suscita un forte senso di comunione col mondo
Lo stesso che dovrebbe suscitare una architettura efficace: l’appartenenza ad un luogo e la pienezza di se compenetrata a quella dello spazio e del tempo che diventa esperienza e subito memoria.
Parafrasando Breton nel suo secondo manifesto del surrealismo :
“Vorrei che esistano punti dello spazio da cui, il reale e l’immaginario, il passato e il futuro, il comunicabile e l’incomunicabile, l’alto e il basso cessano di essere percepiti come opposti”

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