lunedì 16 febbraio 2009

La casa infinita

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Edward James si definiva "anarchico ma fedele alla corona britannica", era amico - e mecenate nei tempi degli esordi - di Picasso, Dalí, dei più celebri surrealisti e dei più estremi dadaisti, frequentava Bunuel, Brecht e Huxley, dirigeva la leggendaria rivista "Minotaure", spendeva una fortuna per acquistare un bombardiere da donare alla repubblica spagnola nel '36... Poi, nel 1945, venne in Messico. E un giorno, in un luogo sperduto, nuotando in un torrente detto "delle sette pozze", rimase avvolto da uno sciame di farfalle. Lo interpretò come un segno del destino. Sarebbe rimasto lì, a Xilitla, oasi di giungla nel desertico San Luis Potosí, la verde Huasteca Potosina, inseguendo il sogno di costruire quella che altri avrebbero chiamato "La Casa Infinita". Per quarantanni ha diretto un esercito di muratori nella creazione di un delirio in cemento variopinto cercando l'armonia con la natura, mantenendo fede all'impegno di non tagliare un solo ramo e non recidere neppure un fiore. Archi orientali ricoperti di muschio, colonne rigonfie percorse da vertiginose scale a chiocciola che portano immancabilmente nel vuoto, gabbie aperte per animali che possono entrare e uscire a loro piacimento... come il puma che non è più tornato da quando l'inglés ha cessato di preparargli il pasto quotidiano, o l'anaconda che dopo tanti anni si comportava corme una gatta affezionata. E le voliere senza reti sovrastano la piccola dimora, unico luogo chiuso da tetto e pareti dove visse per anni in assoluta solitudine, progettando sogni mutilati da lui stesso: perché la frenesia di realizzarne di nuovi lasciava incompiuta oqni opera. Che probabilmente doveva essere così: incompiuta perché interminabile, infinita. Si è venduto tutto, compresi i dipinti più amati: Dalì, Picasso, Magritte... Molti di loro lo avevano immortalato in quadri oggi così famosi che nessuno si chiede quale sia il volto di Edward James. Il destino, che lo portò quaggiù, gli ha giocato uno scherzo crudele: è morto nel 1984 in Inghilterra, lontano dalla sua Xilitla, durante uno dei rari e fugaci viaggi, per vendere l'ultima tela di quella che fu una collezione invidiata nel mondo intero. Veleva pagare i muratori e continuare a sognare.Tutto questo appartiene a un contadino indio, Plutarco Gastelum, che Edward conobbe quel giorno facendo il bagno nel torrente delle farfalle, e da allora rimasero amici per sempre, tanto da nominarlo unico erede. Erede del nulla architettonico proiettato nella giungla, mausoleo di fantasmi che si può solo attraversare e mai "vedere": non c'è punto da cui sia possibile ammirare le costruzioni da lontano, e capire dove sia l'inizio e la fine. Pino Cacucci

giovedì 12 febbraio 2009

Tempesta elettromagnetica


La rivoluzione musicale degli ani sessanta passa attraverso la cultura psichedelica che interessa la musica, l’arte visiva e la moda: si ricerca l’espansione della coscienza e il collegamento con l’universo in accordo con il pensiero filosofico religioso orientale, la musica diviene luogo della mente, conforma spazi mediante sinestesie e lo fa attraverso commistione di stili suoni e rumori presi direttamente dalla natura oppure generati da apparecchiature elettroniche analogiche. La creazione di spazi sonori avviene trasferendo i suoni della realtà in un contesto nuovo, alterato e artificiale allo scopo di creare stati di coscienza alterati, Le matrici blues e popolari vengono arricchite con sperimentazioni sonore debitrici dell’opera di J. Cage ed Edgar Varese. Jimi hendrix meglio di tutti parte dalla struttura blues per stravolgerla con effetti speciali e dilatarla attraverso rumori prodotti dall’interazione chitarra–amplificatore. Interferenze vibratorie e campi elettromagnetici generano un caos controllato che si organizza e prende forma sonora, Hendrix dipinge lo spazio attraverso il suono, un suono che da coacervo indistinto assume la forma delle cose come un ectoplasma, si organizza in un flusso di materia che crea nell’ ascoltatore sensazioni spazio-temporali alterate. Hendrix ci trasporta in un paesaggio sonoro ai margini della percezione cosciente stravolgendo la linearità cartesiana della nostra schematizzazione del reale. Lo strumento medium è la chitarra elettrica che attraverso i pick up trasforma vibrazioni meccaniche in impulsi elettromagnetici che a loro volta vengono reinmessi nello spazio sotto forma di onde meccaniche grazie all’amplificatore. Hendrix è maestro nel trasformare le onde meccaniche così generate in nuovi impulsi elettromagnetici attraverso il controllo dell’effetto larsen, l'effetto si innesca quando il microfono della chitarra capta dall'altoparlante una frequenza, in un dato momento più forte delle altre, che quindi viene amplificata e riprodotta a sua volta con ampiezza via via crescente, virtualmente illimitata, fino alla saturazione dell’amplificatore. La vibrazione meccanica crea un’onda elettromagnetica che a sua volta amplifica l’onda sonora, questo passaggio fra ambiti diversi della natura ondulatoria della realtà genera suoni mai uditi in natura, si crea un interazione fra mondi: l’integrazione della mente con la doppia natura meccanica ed elettromagnetica della realtà.