sabato 28 maggio 2011

Spazi emozionali



Lo spazio emozionale è uno spazio primitivo soggiacente ad ogni spazio geometrico dove si muovono sia i corpi sia i nostri pensieri; una dimensione dove si dispiega la nostra anima. L’emozione è una lettura del testo del reale che interpretando il mondo lo riscrive
continuamente, essa permette di cogliere la magia del mondo laddove il magico è lo spirito trascinante fra le cose, l’emozione è comunicazione che non si serve delle sovrastrutture della razionalità, l’emozione comunica attraverso l’intuizione della presenza a noi
stessi nel mondo.[…]

L’esperienza è oggi manipolata, dilatata, addomesticata, il mezzo digitale amplia e omologa ma è anche un potente strumento di creatività e differenziazione: il corpo è protagonista assoluto all’interno dello spazio reale e nella sua dilatazione virtuale, il semplice atto
dell’osservare conduce a mutazioni fisiche dell’ambiente che possono essere amplificate mediante la tecnologia digitale e indirizzate verso un miglioramento della qualità di vita dove una percezione “aumentata” del mondo ci rende più liberi di scegliere e di apprezzarne
le caratteristiche più recondite.[…]
Il rapporto fra il corpo e le cose è alla base della conformazione dello spazio costruito, viviamo le nostre emozioni e le materializziamo nella realizzazione di spazi organizzati. Le emozioni e le sensazioni si estrinsecano nella forma e nella disposizione delle cose in un continuo intrecciarsi di azione e trasformazione; lo spazio emozionale è esperito dal corpo attraverso cangianti modalità percettive che acquisiscono la realtà nella sua densità, nel suo essere materia sensibile.[…]

La percezione tattile conferisce esistenza al mondo così come ci appare nella sua realtà in quanto può essere toccato. Il tatto ci fa “toccare terra”, ci fa “toccare con mano” la consistenza materiale del mondo. In tal senso il tatto si contrappone all’astrazione ponendosi come fulcro e origine di tutti gli altri sistemi percettivi. […]

Il senso delle cose scaturisce dalla percezione del loro apparato simbolico, è l’anticipazione di un’azione futura a far emergere il significato delle cose, un anticipazione che è un evento simbolico. Le cose in sé sono aperte ad ogni significato, a qualificarle è l’anticipazione
delle azioni future ma queste anticipazioni sono dei simboli che quindi non significano, ma agiscono, e la loro azione è l’attribuzione di un significato da cui dipende l’uso della cosa. […]

Molteplici universi convivono simultaneamente a più livelli, ad ognuno di essi è data la nitidezza della realtà quando gli altri retrocedono diventando sfondo. La relazione fra forme e significati è tutt’uno con la relazione fra mondi: il mondo dei sensi, il mondo della scienza, i mondi fantastici della follia e della creatività, i mondi soprannaturali. Così come si intersecano mondi allo stesso modo si generano atmosfere che fungono da collegamento fra noi e la molteplicità dei mondi. […]



Fonte: Claudio Catalano, “Spazi emozionali” Aracne ed. 2011
http://store.aracneeditrice.com/it/libro_new.php?id=5939

venerdì 27 maggio 2011

Limiti neuropsicologici del pensiero occidentale in rapporto alle moderne concezioni fisiche e astrofisiche


Fonte : http://www.mjmeditore.com/

Il significato complessivo del lavoro riguarda i nostri limiti percettivi e cognitivi nei confronti del reale. La struttura neuropsicologica, che lungo i millenni si è creata, è anomala, nel senso che tra l’esterno e l’interno, tra il contenuto e il contesto, c’è uno scarto anomalo, e questo crea un dualismo nella formazione del pensiero che la cultura occidentale si porta dietro da sempre. Tale dualismo viene consolidato da diversi fattori, non ultimi il peso che hanno le forze gravitazionali sulla percezione, la struttura evolutiva e quella storico-dialettica del reale. Si concretizza in una dimensione psiconeurologica come un rigido schermo simmetrico tridimensionale, attraverso il quale noi vediamo il mondo esterno e sul quale è basata anche la nostra struttura matematica. Siccome anche la fisica teorica è interpretata attraverso la struttura matematica, si pone il problema della non coincidenza fra la struttura matematico-fisica e la “realtà naturale”. Questo schermo mentale è quello che deforma le categorie spazio-temporali e le rende tridimensionali o quadridimensionali e curve, nel caso relativistico, impedendo una concezione adimensionale ed infinita in tutte le direzioni delle medesime. La base neurologica di tutto questo sta negli Oggetti Mentali che formano il pensiero ed il tutto rientra nella dialettica Talamo-Corticale.
Questa concezione della coscienza neurologica, che ha alla sua base un sistema specifico e non, coincide attraverso le logiche mediazioni, col sistema psicoanalitico P-C (percezione-coscienza). E’ da questo sistema che, con un’epistemologia storicodialettica, ho asportato il concetto freudiano della “sublimazione” storicizzandolo e levandolo dal contesto psicoanalitico, al fine di trovare la chiave dell’allineamento ferreo e simmetrico degli Oggetti Mentali. Negli ultimi anni, ho verificato sul “campo”, seguendo gli alunni di prima elementare di Cerrione (BI) all’interno di un progetto di recupero, i legami fra la struttura degli insiemi e l’allineamento degli OM: il rispecchiamento di questi ultimi nella struttura degli insiemi è sorprendente. Gli insiemi sono la struttura base di molti sviluppi matematici, i limiti neurologici di tale struttura si riflettono sull’intera logica-simbolica a livello cognitivo. Lo schema percettivo complesso che ho dedotto in questi anni, sia tramite le mie esperienze dirette o indirette-internazionali, ricondotte a mie finalità, l’ho applicato alla riformulazione ed alla comprensione di momenti fondamentali e della fisica e dell’astrofisica contemporanea. Un esempio per tutti è quello della sua applicazione ai rilevamenti del 1919 nella Guinea spagnola, per provare la curvatura dello spazio intorno ad una massa.
Dottor Roberto Ettore Bertagnolio