Oltre lo spazio-tempo
L’arte di Escher funge da tramite fra la matematica e la percezione delle cose, Escher è un maestro della formalizzazione dello spazio geometrico: uno spazio iperbolico diventa fruibile anche se limitato sulla superficie bidimensionale del foglio e la conseguente riduzione dimensionale è condizione necessaria per la rappresentazione dello spazio. Un’ambiente a tre dimensioni può essere rappresentato nello spazio bidimensionale del foglio solo a costo di perdere informazione su una dimensione e rendere perciò questa in forma simbolica. Allo stesso modo la quarta dimensione può essere oggettivabile solo attraverso un uso simbolico dello spazio tridimensionale all’interno del quale può essere immaginato lo spazio quadrimensionale
Escher va oltre la rappresentazione didascalica dello spazio iperbolico per giungere a straordinari risultati di sintesi sulla percezione di spazi e tempi non ordinari.
Le dimensioni del reale non si limitano alle tre spaziali e alla singola dimensione temporale ma potrebbero esserci altri dimensioni anche se in campi eccezionalmente piccoli come ci suggerisce la teoria delle stringhe.
La mente potrebbe introiettare dimensioni addizionali mediante percezioni sinestetiche e attraverso un slittamento percettivo si potrebbe percepire uno spazio classico addizionato a spazi non definiti otticamente per giungere ad un’integrazione dell’architettura nella sfera di significazione umana e naturale dove per natura si intende la totalità del creato nella onnicomprensiva totalità spazio-temporale.
Escher va oltre la rappresentazione didascalica dello spazio iperbolico per giungere a straordinari risultati di sintesi sulla percezione di spazi e tempi non ordinari.
Le dimensioni del reale non si limitano alle tre spaziali e alla singola dimensione temporale ma potrebbero esserci altri dimensioni anche se in campi eccezionalmente piccoli come ci suggerisce la teoria delle stringhe.
La mente potrebbe introiettare dimensioni addizionali mediante percezioni sinestetiche e attraverso un slittamento percettivo si potrebbe percepire uno spazio classico addizionato a spazi non definiti otticamente per giungere ad un’integrazione dell’architettura nella sfera di significazione umana e naturale dove per natura si intende la totalità del creato nella onnicomprensiva totalità spazio-temporale.
3 Commenti:
Complimenti per il blog, lo sto leggnedo tutto. ciao Massimo
Grazie, ne sono onorato!
fonte di ispirazione per molti designer
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